CIVITAVECCHIA – “L’inquinamento atmosferico è uno dei maggiori fattori di rischio di mortalità subito dopo l’ipertensione, il tabacco e le errate abitudini alimentari e prima anche di importanti condizioni cliniche quali diabete, obesità, elevazione del colesterolo Ldl. Nonostante una sempre crescente mole di dati scientifici a conferma del negativo impatto dell’inquinamento dell’aria sulla salute della popolazione, la consapevolezza dell’importanza dell’inquinamento dell’aria quale fattore di rischio modificabile con positivi risvolti sulla salute è ancora scarsa a livello delle varie istituzioni preposte alla tutela della salute e della popolazione stessa”. Lo afferma il dottor Marco Di Gennaro che illustra lo stretto legame tra l’inquinamento dell’aria e le malattie cardiovascolari. “Se a ciò si aggiunge che l’inquinamento atmosferico sembra ridurre i meccanismi di difesa respiratori in caso di infezioni da virus respiratori incluso il Covid-19 determinando una maggiore severità dell’infezione stessa, si comprende quale sia l’importanza di una riduzione dell’inquinamento dell’aria che tutti respiriamo. – spiega Di Gennaro – Questa considerazioni, unite al fatto che il 50% dei circa 7 milioni di morti attribuibili agli inquinanti dell’aria nel 2019 è dovuto a malattie cardiovascolari, hanno indotto le principali società cardiologiche mondiali a prendere una decisa presa di posizione per la lotta all’inquinamento dell’aria. Fondamentale in questa lotta è il ruolo dei medici che devono svolgere una costante e capillare opera di sensibilizzazione relativamente alla necessità di una riduzione dell’inquinamento dell’aria quale misura di salute pubblica. Altrettanto importante è utilizzare ogni strumento di comunicazione per far conoscere lo stretto legame tra inquinamento dell’aria e malattie cardiovascolari. A ciò devono necessariamente associarsi iniziative politiche a vario livello indispensabili per un approccio integrato che porti ad una riduzione delle varie fonti inquinanti dell’aria”.
