CIVITAVECCHIA – “Ci siamo impegnati a chiudere tutte le produzioni di energia elettrica con impianti a carbone, incluso lo stabilimento di Civitavecchia, entro il 2025 e questo è un punto di forza della nostra strategia di sostenibilità”.
È quanto dichiarato dal direttore di Enel Italia, Carlo Tamburi, intervenendo al convegno “L’economia di Francesco: l’energia, l’ambiente, la salute, l’agricoltura. Al servizio di un Paese migliore, più virtuoso e inclusivo” organizzato dalla Regione Lazio.
“Il sito di Civitavecchia, come gli altri di Genova, Spezia e Venezia, deve essere sostituito con le energie rinnovabili e nuovi sistemi di accumulo di queste energie. In parte ci sarà ancora del gas, quindi impianti a idrocarburi – ha proseguito – ma molto più efficienti e meno inquinanti e soprattutto che lavoreranno molte meno ore. Siamo i leader della transizione energetica. Con la chiusura degli impianti nel 2026 registreremo un calo delle emissioni del 50% rispetto ai livelli attuali. Ma la transizione energetica sta andando a un ritmo troppo lento in Italia in particolare per quanto riguarda la sostituzione degli impianti con impianti rinnovabili a causa degli iter burocratici e questo nonostante il dl semplificazioni. Se vogliamo aumentare la capacità installata dobbiamo remare tutti nella stessa direzione”.
Tamburi è quindi intervenuto anche su trasporto marittimo e decarbonizzazione: “L’elettrificazione dei trasporti marittimi e della logistica a terra è un passaggio necessario per dare un’ulteriore spinta al processo di transizione energetica in atto in altri settori industriali – ha sottolineato – Enel ha intrapreso la strada della progressiva decarbonizzazione delle proprie attività grazie a investimenti nella produzione di energia da fonti rinnovabili, nella digitalizzazione delle reti ed elettrificazione dei consumi; scelte che hanno come comune denominatore la sostenibilità, pilastro della strategia di business dell’azienda. In linea con questa filosofia abbiamo presentato oggi lo studio realizzato in collaborazione con Legambiente che mostra come il cold ironing non sia solo una scelta vincente in termini di riduzione di emissioni climalteranti, ma anche un’opportunità di innovazione e di crescita di business per l’intero comparto marittimo italiano”.