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    Speciale medicina
    12 Febbraio 2021
    un cittadino su tre interessato a una polizza sanitaria
    Coronavirus, gli italiani chiedono più protezione

    La pandemia ha cambiato l’approccio degli italiani ai bisogni di assistenza. “Due su 3 mostrano una forte preoccupazione per la protezione della propria salute a causa della pandemia. Il 90,8% degli italiani richiede maggiore protezione in caso di nuova emergenza sanitaria. Oltre 1 su 3 dei cittadini è interessato a rispondere a questa esigenza attraverso una polizza sanitaria (+50% rispetto alla rilevazione 2019)”. È quanto emerge dall’ultimo “Rapporto sulla sanità pubblica, privata e intermediata-oltre il Covid-19, un secondo pilastro per la protezione della salute”, realizzato da Intesa Sanpaolo Rbm Salute e dalla Fondazione Censis su un campione di 10mila italiani.

    “La ‘lesson learned’ della pandemia mostra quanto sia fondamentale disporre di un sistema di tutele supplementari a quelle del Servizio sanitario nazionale (Ssn) che consenta non tanto di avere il rimborso delle spese da sostenere al di fuori del Ssn ma che consenta l’accessibilità a queste cure, quindi un fatto organizzativo di disponibilità di cura attraverso quei circuiti che il settore assicurativo da tempo mette a disposizione come complemento fondamentale delle polizze sanitarie”, spiega all’Adnkronos Salute Marco Vecchietti, Amministratore delegato e Direttore generale di Intesa Sanpaolo Rbm Salute. “Quindi in realtà è la disponibilità di un circuito alternativo di percorsi di cura l’elemento che in qualche modo è diventato di interesse fondamentale più che il fatto di avere, attraverso l’assicurazione, solo ed esclusivamente il rimborso di quelle cure che devono essere effettuate presso le strutture private”.

    L’indagine Intesa Sanpaolo Rbm Salute – Censis evidenzia che c’è stato un incremento del 50%, rispetto alla stessa rilevazione effettuata nel 2019, del numero di cittadini che si sono dichiarati disponibili, a breve, a sottoscrivere una polizza sanitaria. “Si consideri che oltre 1/3 degli intervistati ha dichiarato questa disponibilità e si parla appunto di una crescita del 50% rispetto allo stesso dato rilevato nel 2019” precisa Vecchietti.