CIVITAVECCHIA – “Gestire secondo le più avanzate tecnologie di riciclo e in un’ottica di economia circolare 120.000 tonnellate di rifiuti organici, producendo energia rinnovabile e costituendo un modello virtuoso di gestione dei rifiuti a livello nazionale”.
È questo l’obiettivo che si pone la società Ambyenta Lazio, controllata da Sersys Ambiente, che ha avviato il procedimento autorizzatorio per la realizzazione di un impianto di produzione di biometano da frazione organica del rifiuto solido urbano nel Comune di Civitavecchia.
“Un impianto di ultima generazione – spiegano dalla società – uno dei primi di questo tipo del Centro-Sud, che posizionerà l’area di Civitavecchia come ‘pioniera’ dell’economia circolare. Secondo il progetto, il biometano prodotto sarà immesso, tramite un gasdotto di nuova realizzazione (della lunghezza di circa 1 km), nella rete di trasporto del gas naturale gestita dall’operatore Snam. La potenzialità complessiva prevista per l’impianto è di 120.000 tonnellate/anno, di cui 100.000 tonnellate di rifiuti organici provenienti principalmente dalle raccolte differenziate dell’umido e 20.000 tonnellate provenienti dalla manutenzione del verde. L’investimento previsto sul territorio – hanno concluso – è di circa 40 milioni di euro. L’impianto dovrebbe sorgere in un’area di circa 65.000 mq (a circa 4,5 km dalla città), nell’area industriale”.
Amministrazione al lavoro su nuove contestazioni al progetto – Palazzo del Pincio interviene ribadendo la sua contrarietà al progetto con una nota a firma del sindaco Ernesto Tedesco, del vicesindaco Manuel Magliani e dell’assessore all’Urbanistica Leonardo Roscioni. “Colpisce – scrivono – la decisione di diffondere un comunicato spot sul progetto per un biodigestore a Monna Felicita, inviato dal proponente. Si tratta di una iniziativa che non modifica il quadro della vicenda: è un progetto sovrabbondante che non risponde alle esigenze del comprensorio ma a problemi romani, gravando di una servitù un territorio già fortemente penalizzato. Oltre 20 camion al giorno di rifiuti organici che, come se non bastasse, andranno (nell’ambito del processo di estrazione) a contribuire alla produzione di gas che non rappresenta certo il presente e il futuro cui punta questa Amministrazione. Il tutto a fronte di una produzione cittadina di appena 7000 tonnellate annue di rifiuti organici, contro le 120mila che si prevede di smaltire. Un progetto del genere appare assolutamente non contemplare le esigenze di questo territorio ma come candidamente ammesso mira a risolvere un problema di scala regionale, come del resto quello del termovalorizzatore. Per questo gli uffici, facendo seguito alle osservazioni che hanno portato alla delibera di giunta con cui si è assunto un indirizzo fermamente contraria all’ipotesi, sono al lavoro per elaborare delle ulteriori contestazioni sotto il profilo tecnico, in maniera da portare all’attenzione della conferenza dei servizi le criticità di cui è affetto il progetto. Auspichiamo che sulla posizione contraria del Comune di Civitavecchia, che ha già portato alla convergenza delle amministrazioni del comprensorio, si possa costruire un ampio dissenso da parte di tutte le forze politiche a tutti i livelli con particolare riguardo a quello regionale, come fatto in occasione della procedura che riguarda il termovalorizzatore”.