logo
    Cronaca
    18 Febbraio 2021
    Il noto scrittore Manfredi è stato trasportato fino a Grosseto per un avvelenamento di monossido di carbonio
    Solo una camera iperbarica in tutto il Lazio: si torna a parlare del caso Civitavecchia

    CIVITAVECCHIA – Si torna a parlare della riapertura della camera iperbarica di Civitavecchia dopo il recente caso del noto scrittore e storico Valerio Massimo Manfredi che ha rischiato la vita per un avvelenamento da monossido di carbonio ed è stato trasportato fino a Grosseto .

    Manfredi fortunatamente è uscito dal coma farmacologico all’ospedale Misericordia di Grosseto dove lo storico era stato trasferito d’urgenza da Roma per utilizzare la camera iperbarica. Un drammatico episodio che ricorda quanto sia attuale la battaglia per la riapertura della camera iperbarica a Civitavecchia. In tutto il Lazio, infatti, è ormai presente una sola camera iperbarica pubblica che si trova presso il dipartimento di anestesiologia e rianimazione del policlinico Umberto I. Come ricorda Gianfranco Forno, presidente dell’associazione volontari Francesco Forno,l’ultimo atto di questa odissea è stata la mozione presentata dalla Lega e approvata all’unanimità in consiglio comunale. Nel novembre dello scorso anno si è rischiato lo smontaggio perché l’allora presidente dell’Adsp Francesco Maria di Majo mise all’asta la camera ma fortunatamente non ci furono offerte.«Siamo in attesa – ha spiegato Forno – di un colloquio con il nuovo presidente Pino Musolino per rappresentare questa situazione, nella speranza che si possa finalmente ripristinare la struttura». La volontà dell’amministrazione è rimasta.

    «Ci siamo lavorando- ha spiegato il consigliere comunale salviniano Alessandro D’Amico – anche se non è semplice come sembra. La nostra intenzione è quella di avviare un percorso che possa essere condiviso con l’Adso e, speriamo in futuro, anche con la Asl. Come Comune – ha sottolineato il leghista- con l’Ufficio urbanistica ci impegniamo a trovare un locale di proprietà comunale per ospitarla e poi magari darla in gestione dopo apposito bando. L’idea – ha aggiunto -è di parlare con l’Adsp per avviare insieme questo percorso. Certo, è importante che si riesca a coinvolgere la Asl in quelle che saranno le terapie future e non solo per le emergenze. Conto nei prossimi giorni di poter avere un contatto con l’Authority, intanto- ha concluso D’Amico – stiamo individuando gli immobili idonei».