Don Ivan Leto*
Il brano evangelico della seconda domenica di Quaresima è sempre la Trasfigurazione, una scena teofanica che risponde alla domanda: chi è Gesù? Lo scenario è “un alto monte”, luogo dove tradizionalmente Dio si rivela. Ci sono tre discepoli sulla montagna, quelli necessari affinché, secondo la Legge, possano dare testimonianza. Sono Pietro, Giacomo e Giovanni. Allora Gesù “fu trasfigurato” (Mc 9,2). E’ lo stesso Gesù che si prepara al Calvario, ma nella Trasfigurazione è illuminato dalla Gloria di Dio che brilla sul suo viso e sui suoi vestiti. Con lui appaiono Mosè ed Elia, rappresentanti La Legge e i Profeti. In altre parole, Gesù è accompagnato da due precursori che offrono testimonianza e con Cristo aprono un cammino di speranza, di novità per l’umanità. La reazione dei tre discepoli che stanno con Gesù sull’alto monte è insolita e insieme ingenua: vogliono fare tre tende e rimanere lì per sempre. Esprimono così un desiderio non possibile, il desiderio di rimanere nella gloria ed evitare la sofferenza. Improvvisamente, la voce di Dio li sveglia e li fa ritornare al quotidiano, invitandoli ad ascoltare e a seguire Gesù lungo il suo cammino: “Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!” (Mc 9,7). In questo momento scompare l’illusione di un messianismo temporale, terreno e trionfalista. Dio ha voluto dirci che tra Lui e gli uomini c’è un solo mediatore: Cristo! In Lui, infatti, abbiamo ogni risposta. Il mistero pasquale si intravede all’orizzonte.
*Don Ivan Leto
Parroco di San Gordiano
Diocesi Civitavecchia – Tarquinia