Don Ivan Leto*
Dopo il primo miracolo realizzato a Cana di Galilea, il quarto Vangelo presenta Gesù che scaccia i mercanti dal tempio. Si tratta di un gesto d’autorità che, secondo le profezie, avrebbe dovuto realizzare il Messia. Per questo l’azione di Gesù va intesa più come un gesto evocativo che come la repressione energica di un abuso. Sono due i temi centrali di questo episodio: la purificazione del tempio di Gerusalemme e la costruzione del nuovo tempio. Gli ultimi versetti sulla fede imperfetta di molti cedono il passo al racconto seguente, il dialogo di Gesù con Nicodemo. Il tempio di Gerusalemme era uno spazio sacro, dove la presenza di Dio si faceva tangibile. Gesù amava il tempio così tanto da chiamarlo “la casa del Padre”. Più volte nel corso della storia il tempio era stato profanato dall’esterno da re empi di Giuda o da invasori stranieri. Ogni volta che ciò accadeva, il popolo si sentiva in dovere di purificarlo. Gesù, invece, lo trova profanato dall’interno. Alcuni settori dell’alta aristocrazia sacerdotale, soprattutto la famiglia di Anna, monopolizzavano l’amministrazione del tempio. Per aumentare gli introiti, non si facevano problemi a fomentare un mercato abusivo nel recinto sacro. Secondo lo stile dei profeti dell’Antico Testamento, Gesù denunciò pubblicamente questi abusi con un segno impressionante. Tutti erano convinti che il Messia avrebbe costruito un tempio nuovo, per questo, alla domanda dei giudei, Gesù risponde con una profezia velata sulla sua morte e risurrezione. Il nuovo tempio è il suo corpo, il corpo di Gesù risuscitato.
*Don Ivan Leto
Parroco di San Gordiano
Diocesi Civitavecchia – Tarquinia