CIVITAVECCHIA – Mancano pochi giorni al 19 marzo, giornata dello sciopero mondiale per il clima che questa volta avrà come tema centrale la decarbonizzazione. Anche i cittadini, i lavoratori e i movimenti ambientalisti di Civitavecchia scenderanno in piazza insieme per rivendicare il diritto alla salute e al lavoro, “affinché non ci sia mai più contrapposizione e lotta tra lavoro e ambiente”. “No al gas, né a Civitavecchia né altrove”, il grido lanciato all’unisono da Fridays for Future Civitavecchia, Collettivo No al Fossile Civitavecchia, Comitato S.O.L.E., Forum Ambientalista, Civitavecchia c’è, Collettivo Verde Libera Tutti, LIPU Civitavecchia-Monti della Tolfa, Comitato MiRifiuto, Città Futura, Onda Verde, Nature Education, Luci spente Commercianti Civitavecchia, Voce a chi lavora, Commercio Unito Civitavecchia.
“Ancora una volta – dicono – ci sentiamo in dovere di scendere in piazza e manifestare affinché l’abbandono dei combustibili fossili e l’utilizzo di energie rinnovabili siano finalmente veicoli che attivino una vera transizione energetica. Ancora una volta ci sentiamo in dovere di scendere in piazza poiché le istituzioni ci ignorano e non sembrano voler andare incontro ai nostri stessi obiettivi. Purtroppo l’uscita dal carbone nel 2025 non coinciderà col processo di abbandono definitivo dei combustibili fossili: Enel e Tirreno Power hanno già presentato infausti progetti che prevedono la costruzione di due nuove centrali alimentate a gas, ancora sul nostro territorio, dopo anni e anni di inquinamento. Questa cosa è ancora più grave, se si pensa che il territorio ha prodotto progetti alternativi con le fonti rinnovabili che già sono al vaglio dell’Unione Europea. Tutto questo non può essere permesso. Scegliere di continuare a servirsi dei combustibili fossili, questa volta, significherebbe non solo rimandare ulteriormente la lotta ai cambiamenti climatici, ma compromettere il nostro territorio anche dal punto di vista lavorativo. Con l’avvento del gas, infatti, sarebbero a rischio 500 posti di lavoro, oltre ai tagli al personale che si sono susseguiti negli ultimi anni. Ci dispiace per i signori di queste grandi aziende, ma qualcosa sta cambiando. Dopo 70 anni di servilismo energetico e di ricatti occupazionali, anche i lavoratori hanno scelto di dire basta a questi folli progettiche hanno come priorità solo ed esclusivamente il profitto di queste grandi aziende”.