CERVETERI – Anche altri insegnanti della “Salvo D’Acquisto” si sono recati a Santa Severa per fare il vaccino AstraZeneca, come Stefania Maccioni, il 25 febbraio o nei giorni immediatamente precedenti o successivi. Qualcuno ha accusato fastidi molto lievi, come per qualsiasi altro vaccino, in generale nessuno ha avuto alcun effetto collaterale.
Per sapere se la morte di Stefania possa in qualche modo essere correlata al vaccino, bisognerà attendere l’esito dell’autopsia disposta dal pm Giovanni Musarò che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, per ora contro ignoti, per capire che cosa sia accaduto alla docente di lettere di 51 anni morta il 9 marzo scorso al Policlinico Gemelli di Roma dove era stata ricoverata d’urgenza dopo essersi sentita male alcuni giorni dopo la somministrazione del vaccino Astrazeneca.
A presentare la denuncia alla Procura di Roma è stato nei giorni scorsi il fratello della donna. La salma era ancora custodita nel deposito di Prima Porta dove aspettava di essere cremata dopo il funerale che è stato celebrato sabato scorso.
Intanto, saranno necessari gli esiti degli esami istologici per avere delle risposte più precise sulle cause della morte del professore di musica di Biella, la cui dose di vaccino AstraZeneca apparteneva allo stesso lotto di quella inoculata a Stefania Maccioni.
Dall’ autopsia eseguita oggi su Sandro Tognatti, l’insegnante biellese 57enne deceduto domenica nella sua abitazione di Cossato alcune ore dopo essere stato sottoposto a vaccinazione anticovid «non è pervenuta ancora alcuna risposta ufficiale, né ufficiosa, al quesito formulato. La complessità dell’incarico conferito, unitamente al necessario espletamento di accertamenti specialistici che richiedono il coinvolgimento di ulteriori consulenti tecnici, richiedono particolari tempistiche, tecniche e procedimentali, che devono essere imprescindibilmente rispettate, al fine di ottenere riscontri oggettivi ed incontrovertibili». Così in una nota la procura di Biella.