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    Cronaca, Energia e ambiente
    18 Marzo 2021
    Gestione dei rifiuti, comitati e associazioni: ora la Regione sospenda tutti gli iter autorizzativi in atto

    CIVITAVECCHIA – Sulla gestione dei rifiuti va fatta chiarezza, ma non solo. “Ora la Regione intervenga e blocchi tutti gli iter autorizzativi in corso”. E’ il monito che lanciano le associazioni ambientaliste del territorio di Civitavecchia che commentano l’inchiesta sui rifiuti che ha portato all’arresto della dirigente della Regione Lazio Flaminia  Tosini e dell’imprenditore Valter Lozza.

    “Abbiamo appreso dalla stampa – affermano il Comitato S.O.L.E., Forum Ambientalista, No al Fossile Friday’s for Future Civitavecchia, Città Futura, ASD Nessuno Escluso,  #mirifiuto, Rete delle Associazioni, Ass. Spazio Solidale, Piazza048, Bio Ambiente Tarquinia, Ass. Centro di Gravità e Voce a chi Lavora –  della vicenda che ha portato l’ing. Flaminia Tosini, dirigente regionale del Dipartimento Politiche Ambientali e Ciclo Dei Rifiuti della Regione Lazio, e l’imprenditore Valter Lozza, uno dei re dei rifiuti laziali, agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione, concussione e turbata libertà di procedimento di scelta del contraente. Nell’attesa che la giustizia faccia il suo corso, vista la gravità delle accuse e il quadro desolante dell’istituzione Regione che traspare da quanto riportato dagli atti, non possiamo esimerci da qualche riflessione sulle modalità di gestione delle politiche ambientali nel Lazio, stante anche l’importante incidenza dell’operato della Tosini sul nostro comprensorio”.

    “Infatti – affermano i comitati – risulta inquietante anche la sola ipotesi che un settore cosi delicato, i cui effetti sono tanto importanti per la salute di intere comunità, sia stato gestito secondo un “meccanismo criminoso” che, in spregio del “buon andamento della pubblica amministrazione” ed in totale “conflitto d’interesse” piegava l’interesse collettivo a specifici interessi privati. Non possiamo non domandarci se lo stesso perverso “meccanismo” non sia stato utilizzato in ogni procedimento autorizzativo degli impianti autorizzati a iosa nel territorio regionale nonostante le tante opposizioni delle comunità insediate e finanche degli enti locali. Solo nello specifico del nostro territorio ci chiediamo: È su tali basi che la discarica di Fosso del Crepacuore è stata trasformata da discarica comprensoriale a discarica a servizio dell’ATO Roma e, successivamente, espropriata alla gestione di HCS ed affidata, senza alcuna evidenza pubblica, alla MAD srl, di cui Valter Lozza è amministratore, per essere subito dopo autorizzata all’ampliamento? Sono figli di quel meccanismo i 180 giorni di proroga concessi ad A2A s.r.l. in deroga ai termini perentori per la conclusione delle conferenze dei servizi stabiliti dalla normativa vigente sia in tema di Valutazione d’Impatto Ambientale che in materia di conferenze dei servizi? Dipende da tale meccanismo se non si è proceduto alla chiusura della stessa conferenza dei servizi con un provvedimento negativo in forma semplificata dopo la prima riunione dello scorso 30 giugno, dato che la vigente legge regionale sui rifiuti stabilisce il divieto alla realizzazione di nuovi impianti di incenerimento se non specificatamente previsti nel piano? È figlio di questo meccanismo il tortuoso procedimento che ha portato all’autorizzazione dell’impianto a biogas del Pellicano attivando un nuovo procedimento su un progetto ancora sotto ricorso al TAR o anche qui ha avuto il suo peso quel “conflitto d’interessi” che ha influenzato l’andamento del settore? Quanto tale ”meccanismo” ha contato nel rilascio dei pareri regionali sui vari recenti procedimenti inerenti le centrali termoelettriche o sul procedimento autorizzativo del mega impianto di pescicoltura che si vorrebbe realizzare alla Frasca? Ed ancora che peso avrà avuto detto “meccanismo” nella predisposizione dell’istruttoria delle disposizioni normative in materia di procedimenti ambientali e di politica dei rifiuti approvate negli ultimi anni?”

    “Quesiti inquietanti – affermano i comitati – che non possono non trovare risposta, motivo per il quale chiediamo alla Regione Lazio e al Presidente Zingaretti di sospendere tutti gli iter autorizzativi in corso e rivisitare tutti i procedimenti, pareri e disposizioni in materia di autorizzazioni ambientali e ciclo dei rifiuti in cui tale “meccanismo” possa aver avuto un ruolo e all’Amministrazione Comunale di farsi portavoce presso la Regione Lazio di tale richiesta. Regione Lazio che, sia chiaro, non può certo sentirsi scevra di responsabilità per quanto accaduto, non solo per le scelte effettuate e, evidentemente, per lo scarso controllo politico sull’azione amministrativa, ma anche, e soprattutto, perché comitati ed associazioni da sempre hanno segnalato, inascoltati dai rappresentanti istituzionali, importanti discrasie e violazioni procedurali nelle varie questioni che di volta in volta investivano i territori. Fermo restando che affidiamo alla Magistratura il compito di emettere le sentenze, dinanzi a questo scenario che, se verificato, dà un’immagine pietosa ed inaccettabile della gestione della cosa pubblica ci lasciano molto perplessi e ci sembrano fuori luogo le note di “apprezzamento nei confronti della direttrice Tosini” della Regione Lazio espresse in un comunicato”.