CIVITAVECCHIA – Giornata importante quella organizzata ieri dal nodo locale di Fridays for Future in occasione del sesto sciopero globale per il clima.
“Negli ultimi giorni l’aumento dei casi di Covid19 ci avevano responsabilmente imposto di annullare tutte le iniziative in presenza già organizzate per l’occasione – spiegano – nonostante questa drammatica situazione, l’idea di esprimere la nostra visione della transizione ecologica declinandola alla specificità locale e alla necessità di tenere unita la battaglia contro i cambiamenti climatici a quella per la difesa e la creazione di buon lavoro sul territorio, ci ha spinto ad organizzare un’assemblea online insieme alle realtà ambientaliste cittadine, alle forze sindacali del territorio e alle associazioni cittadine”.
All’assemblea hanno risposto in tanti e tante. Dal mondo sindacale, ben rappresento da Stefania Pomante, segretaria generale della CGIL, da Giuseppe Casafina (Fiom-Cgil), Roberto Bonomi (Usb) e Giancarlo Turchetti (UIL); agli attivisti locali del Comitato S.O.L.E, del Collettivo No al Fossile, del Comitato #MiRifiuto e di Extinction rebellion; ai giovani della Rete degli Studenti; fino a Franco
Padella, uno degli scienziati che ha contribuito insieme a Angelo Moreno ad elaborare il progetto Porto Bene Comune.
“Più di due ore di discussione che, non solo hanno ribadito la necessità di coinvolgere il territorio in questa fase così delicata e così importante per il suo futuro – hanno aggiunto – ma che hanno evidenziato nuovamente e con lucidità quanto questo territorio, dopo decenni di massiccio inquinamento, abbia finalmente maturato proposte concrete per la tutela occupazionale, ambientale e della salute pubblica. Tutti gli interventi hanno ribadito quindi con forza e chiarezza che le risposte che il territorio si attende dalle istituzioni non possono legarsi alla costruzione di nuove centrali, climalteranti e dannose per l’occupazione, ma a una nuova filiera produttiva sostenibile e ad emissione zero. Per questo Regione e Governo dovrebbero, secondo l’assemblea, scrivere con molta attenzione i loro piani. Inserire le nuove centrali turbogas in un discorso di transizione energetica dalle fonti fossili alle rinnovabili non sarebbe soltanto un insulto alla lotta contro i cambiamenti climatici, ma sancirebbe il definitivo tradimento delle istituzioni nei confronti di centinaia di lavoratori e lavoratrici e del nostro intero territorio. Un’assemblea importante quindi, che ha saputo unire generazioni e modi apparentemente molto distanti tra loro. Un’assemblea che però non è stato l’unico momento in cui la nostra città si è fatta notare durante questo sciopero globale per il clima. Infatti, mentre attivisti, sindacalisti e giovani si alternavano negli interventi durante l’assemblea, a Roma decine di attivisti di Extinction Rebellion e del nodo capitolino di Fridays for Future, lasciavano a piazza del Popolo diversi cartelli e striscioni a sostegno di Civitavecchia e contro le nuove centrale a gas. Un gesto simbolico, a pochi passi da Palazzo Chigi. Una testimonianza di solidarietà attiva – hanno concluso – che dimostra ancora di più che la vicenda di Civitavecchia ha assunto ormai un carattere nazionale. Anche per questo, chi fino ad oggi ha pensato di gestire trattative più o meno sotterranee con Enel e Tirreno Power è avvisato: basta false promesse, da adesso in poi sia chiaro ovunque, ambiente e lavoro non passano dal gas”.