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    Cronaca
    21 Marzo 2021
    Bacia il compagno e viene aggredito: video
    Un attivista denuncia l'aggressione omofoba sulla banchina della stazione Valle Aurelia di Roma

    ROMA – Aggredito perché ha baciato il compagno in una stazione a Roma. “Denunciamo con sgomento l’aggressione subita da Jean Pierre Moreno, rifugiato e socio dell’associazione, presso la stazione dei treni di Valle Aurelia in Roma, che stiamo seguendo grazie al supporto legale di Rete Lenford”, le parole di Così Rosario Coco, referente di Gaynet Roma. “I fatti si sono svolti lo scorso 26 febbraio intorno alle 21 e sono stati resi noti solo ora per agevolare l’iter legale. Una persona ha visto Jean Pierre baciarsi con il compagno mentre aspettava il treno, ha attraversato ben due binari da una banchina all’altra e si è presentato davanti ai due dicendo ‘non vi vergognate?’. Sono seguiti calci, pugni e percosse, quasi per miracolo senza gravi conseguenze fisiche, nonostante la violenza con cui il soggetto si è scagliato, mostrata nel video girato da un amico della coppia che si trovava con loro. Anche il compagno di Jean Pierre è stato colpito marginalmente e ha sporto denuncia”.

    “Sfortunatamente – prosegue Coco – l’iter con le forze dell’ordine non è stato facile. La polizia ha faticato a comprendere il movente omofobo ed è servita una integrazione della denuncia per mettere nero su bianco la richiesta di recuperare i video delle telecamere di sicurezza, che proverebbero la dinamica dei fatti. Attualmente non sappiamo ancora se le immagini saranno recuperate, poiché vengono distrutte ogni 7 giorni e questi passaggi hanno determinato una notevole perdita di tempo”.

    “Attendiamo adesso il pronunciamento del pubblico ministero su quanto accaduto, auspicando che si faccia tutto il possibile per l’identificazione dell’aggressore e per classificare questo reato nel miglior modo possibile secondo gli attuali strumenti giuridici. La Legge Zan, in attesa di approvazione definitiva al Senato, avrebbe certamente imposto alle autorità di accertare sin da subito l’eventuale movente dei fatti sulla base dell’odio omotransfobico. Quando accaduto – conclude – è purtroppo ormai parte di una quotidianità intollerabile in un Paese europeo che dice di guardare all’europeismo delle istituzioni Ue ma si ritrova nei fatti una cronaca degna della repressione che vediamo in Polonia”.