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    Energia e ambiente
    27 Marzo 2021
    Transizione energetica, la Uil: ”L’unica alternativa è l’idrogeno pulito”

    CIVITAVECCHIA – “Pensiamo che una scelta di conversione a un’energia pulita e inesauribile sia quella dell’idrogeno. Siamo convinti che si tratti della scelta più lungimirante, a favore dell’ambiente ed economicamente più vantaggiosa”.

    E’ la presa di posizione, fatta propria dalla Uil di Roma e del Lazio, a sostegno della transizione energetica della centrale di Civitavecchia. Una transizione che per il sindacato, può passare solo attraverso l’idrogeno. Un documento, approvato dal regionale della Uil nei giorni scorsi e condiviso dal nazionale, “che dice chiaramente no – sottolinea il segretario generale della Uil di Viterbo e Civitavecchia, Giancarlo Turchetti – al turbogas”.

    Una presa di posizione importante che mobilita a favore di rinnovabili come idrogeno pulito ed eolico offshore l’intera confederazione regionale della Uil del Lazio.

    Sono tre le centrali a turbogas previste da Enel (due, Torrevaldaliga nord e Montalto) e Tirreno Power (Torrevaldaliga sud) lungo un tratto di costa che va da Civitavecchia a Montalto, passando per Tarquinia. Una scelta, quella fatta dalle multinazionali dell’energia, che ha trovato subito l’opposizione del territorio di Civitavecchia che ha dato vita ad un vero e proprio fronte del no, organizzato da sindacati, istituzioni, organizzazioni di categoria, comitati e associazioni, che sta contrastando le scelte fatte dalle società dell’energia proponendo a sua volta un progetto alternativo che, soprattutto a Torrevaldaliga nord, esclude il turbogas a favore invece di idrogeno, eolico e offshore e fotovoltaico. Con la centrale a carbone che andrebbe bonificata e sostituita da un centro sperimentale per l’idrogeno.

    “Questo aprirebbe un nuovo scenario a favore dell’ambiente – prosegue il documento della Uil del Lazio – ma anche per un rilancio green di Civitavecchia e dell’intera regione. Un intervento economico verso questa energia è la via del rilancio del nostro paese, grazie alla sua risorsa fondamentale, il sole. C’è poi il vento e quindi l’eolico, un’altra fonte di energia rinnovabile e pulita che a Civitavecchia va utilizzata attraverso la realizzazione di impianti offshore. A Civitavecchia, maggiore produttrice di energia elettrica nella regione, è prevista la conversione di Torrevaldaliga nord da carbone a metano. Tale progetto ha scatenato il dissenso della popolazione del posto che chiede la totale dismissione della struttura”.

    Inoltre, aggiunge il documento della struttura confederale regionale della Uil, “dal dossier di Legambiente, ‘la decarbonizzazione in Italia non passa per il gas’, il cui obiettivo è sfatare alcuni falsi miti sul metano quale fonte di transizione energetica, essendo in Italia già presenti ‘un numero sufficiente di impianti a gas, realizzati dopo il blackout del settembre 2003 grazie al decreto sblocca centrali dell’allora governo Berlusconi’, si evidenzia in modo chiaro come il nostro paese ‘debba evitare questa inutile e insensata corsa al gas’”.

    Il parco di generazione esistente, secondo dati Terna, ammonta infatti a 115 mila Mw (megawatt) di potenza installata, quasi il doppio rispetto alla domanda massima sulla rete (58.219 Mw nel luglio 2019). Più che realizzare nuovi impianti, basterebbe dunque aumentare le ore medie annue di esercizio delle centrali a gas esistenti, passando da 3261 a 4 mila ore per compensare la mancata produzione di energia elettrica generata dal carbone.

    “E’ innegabile che – a parità di apporto energetico –, spiega il segretario di Viterbo e Civitavecchia Turchetti -, il metano sia responsabile di minori emissioni Co2 rispetto al petrolio (25% in meno) e ancor meno rispetto al carbone (quasi la metà). Nonostante ciò, il metano resta un gas inquinante, preoccupazione che aumenta e si incrementa quando si pensa come, dal 1750 ad oggi, la quantità di metano presente in atmosfera sia passata da 0,7 a 1,8 ppm (parti per milione) e, dopo un periodo di sostanziale stabilità tra il 1990 e il 2007, sia ripresa a salire rapidamente, quindi maggiore è il suo consumo e maggiore sarà il suo apporto della Co2 nell’atmosfera”.

    “Tutti sono chiamati a fare la loro parte – commenta Turchetti -. E nella lotta ai cambiamenti climatici, alla riduzione delle fonti inquinanti, anche la Regione Lazio può e deve fare la sua”.

    Turchetti dedica infine un passaggio alle recenti dichiarazioni, rilasciate a un giornale locale, del direttore di Enel Carlo Tamburi, favorevole appunto alla transizione energetica verso il turbogas delle centrali di Civitavecchia.

    “Sembra quasi, leggendo l’intervista – precisa Turchetti – che il direttore di Enel voglia creare confusione. Nessuno di noi e nessuno del fronte del no al turbogas ha mai parlato di voler sostituire l’attuale produzione di energia con altrettanta prodotta attraverso l’idrogeno verde. Abbiamo invece sempre proposto la bonifica del sito di Torrevaldaliga nord con un impianto di ricerca da fonti rinnovabili e uno di offshore eolico al largo delle coste civitavecchiesi, utilizzando anche il fotovoltaico. Quindi, il direttore di Enel, quando si occupa delle proposte di altre organizzazioni al di fuori della sua azienda, dovrebbe avere almeno il gusto di dire le cose come stanno. Altrimenti spiegasse solo il progetto di Enel, che il territorio di Civitavecchia conosce benissimo. Tant’è che lo sta contrastando con tutte le sue forze”.

    “E dicesse inoltre – prosegue Turchetti a proposito sempre delle dichiarazioni di Tamburi – a un territorio colpito da crisi e disoccupazione come a Civitavecchia, che il turbogas creerà solo una quarantina di posti di lavoro a fronte degli oltre 400 che oggi ci sono in centrale. Anzi, spiegasse bene alla popolazione che la scelta di Enel sulla centrale ridurrà il numero delle persone che hanno oggi un lavoro”.

    “Spiegasse poi – sottolinea il segretario della Uil – che il piano energetico nazionale cui fa riferimento Enel è ormai vecchio e sostituito dal piano energetico europeo dell’anno dopo. Al punto che l’Europa stessa ha chiesto all’Italia di cambiarlo. Di cambiare il piano energetico nazionale dove è ancora previsto il turbogas”.

    “Il direttore di Enel – conclude Giancarlo Turchetti – deve comunque sapere che il territorio si sta organizzando contro turbogas e che si batterà fino all’ultimo per impedirlo e fare di Civitavecchia un esempio di civiltà e una speranza per il futuro. Un futuro senza inquinamento. Con aria, ambiente e lavoro. Puliti”.