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    Energia e ambiente, Politica
    7 Aprile 2021
    Osservatorio ambientale, il M5s: il consorzio non può controllare perché non ha gli strumenti

    TARQUINIA – Anche il Movimento cinque stelle dice no al Consorzio per la gestione dell’Osservatorio ambientale.

    «Il consiglio comunale di Tarquinia, con la sola opposizione di Andreani (M5S) e Conversini (MC) scrive un’altra brutta pagina sulla centrale a carbone – affermano i grillini – consentendo a Giulivi di “riesumare” il consorzio per l’osservatorio ambientale, già in liquidazione dopo che nel 2016, il sindaco di Civitavecchia Cozzolino aveva deciso di uscirne, dando impulso all’Osservatorio Ambientale Regionale previsto dalla Valutazione d’Impatto Ambientale (V.I.A.) della centrale. Facciamo chiarezza visto che stiamo parlando di due Osservatori che apparentemente hanno le stesse funzioni. L’unico osservatorio ambientale conforme alla Via è quello regionale istituito nel 2009. Ne fanno parte i Ministeri della Salute e dell’Ambiente, la Regione Lazio l’ex Provincia di Roma oggi Area Metropolitana, i massimi enti di tutela sanitaria e ambientale e i comuni più inquinati da Tvn, tra questi Tarquinia. Un presidio importante a difesa delle popolazioni, ma alla cui istituzione si opposero da subito i sindaci Mazzola e Moscherini, ferventi sostenitori dell’osservatorio voluto e finanziato guarda caso da Enel, che di fatto non parteciparono al suo sviluppo e funzionamento. Poteva l’Osservatorio ambientale regionale funzionare bene e tutelare i comuni più inquinati se proprio i comuni più inquinati rinunciavano a parteciparvi? L’inspiegabile avversione proseguì con la bocciatura nel 2016 della mozione del M5S che chiedeva la nomina del rappresentante di Tarquinia; lo stesso allora sindaco Mazzola dichiarò che era inutile tale partecipazione del Comune perché l’Osservatorio regionale era un carrozzone che non funzionava. Tornando alla riesumazione del consorzio voluta da Giulivi c’è chi continua a gettare fumo negli occhi. È il caso di Moscherini, che ha votato a favore in consiglio comunale sostenendo che la scelta del carbone ha migliorato la situazione ambientale con un abbattimento delle emissioni del 85% rispetto alla centrale preesistente. Niente di più falso, perché per passare al carbone, Enel ha dovuto prima riambientalizzare la vecchia centrale a olio combustibile, cioè renderla un po’ più pulita, poi è partita la riconversione. Il carbone è stato scelto solo per motivi economici e per far girare appalti. Mentre l’Osservatorio regionale è stato tenuto nella condizione di non funzionare, lo pseudo-osservatorio ambientale delle Saline, finanziato con un milione di euro ogni anno da Enel, è rimasto “attivo” (si fa per dire) fino al 2016 e non ha prodotto risultati; dai report annuali saltano agli occhi le drammatiche dichiarazioni d’impotenza per mancanza di dati. Giulivi quei report deve averli letti, prima di decidere di riportarlo in vita, quindi ha agito sapendo. Intanto le popolazioni continuano a subire l’inquinamento, mentre un sindaco e tanti consiglieri comunali fanno finta di ignorare che la funzione del consorzio pseudo-osservatorio ambientale non è quella di controllare, cosa che non può fare perché non ha gli strumenti, ma semplicemente di “esistere”. Esistere con i soldi di chi dovrebbe essere controllato, ma che tiene le fila elargendo prebende e contributi».