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    Cronaca, Energia e ambiente
    19 Aprile 2021
    Civitavecchia è a un bivio: per l’Usb serve una mobilitazione generale per un nuovo sviluppo

    CIVITAVECCHIA – “Civitavecchia è a un bivio: può superare la crisi solo innescando un nuovo sviluppo, ma serve una mobilitazione generale”. L’Usb invita il territorio a non perdere tempo.

    “Da tempo le forze locali si interrogano circa il futuro di una città in ginocchio – hanno spiegato – il declino del polo energetico, lo stop imposto al crocierismo e la pesante flessione dei traffici portuali segnano i contorni di una crisi drammatica, che alimenta l’esercito dei disoccupati e travolge l’intero tessuto economico. Le imprese cittadine annaspano, aumentano i fallimenti, e possiamo solo immaginare cosa succederà con la fine del blocco dei licenziamenti: il rischio è quello di avvitarsi in un tracollo economico e sociale senza precedenti. La pandemia ha avuto come altrove un effetto pesante su tutto il territorio, che a differenza di altri è però costretto a misurarsi con un problema ulteriore: la fine inequivocabile di un modello di sviluppo che deve urgentemente trovare un’alternativa di lungo periodo, sostenibile, capace di frenare l’emorragia occupazionale in corso e creare nuovi posti di lavoro. Nella consapevolezza di una simile necessità si è avviato un dibattito con le istituzioni che però stenta a produrre risultati tangibili. Si discute con il Comune, con la Regione e poi con qualche Ministero, ma la sensazione che se ne trae è di una partita che pare non avere sbocco. Civitavecchia sembra essere invisibile. Sospesa a metà tra un nord sviluppato e un sud incentivato, non riesce ad attrarre le risorse di cui avrebbe bisogno: già penalizzata dalla vecchia Cassa del Mezzogiorno, che ha portato lavoro e ricchezza in altre province del Lazio, oggi è tagliata fuori da importanti sgravi contributivi, incentivi e crediti di imposta destinati altrove, non beneficia di fondi europei e a differenza di altre località non può neppure realizzare una Zona Economica Speciale. Da ultimo si è vista anche escludere dal PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – un progetto come quello della Darsena Energetica Grandi Masse che avrebbe sicuramente favorito il rilancio commerciale del porto. Porto, va ricordato, che pur servendo la Capitale non è neppure inserito negli scali “Core” delle reti TEN-T. Che dire, siamo forse vittime di un complotto? Certamente no. Diciamo piuttosto che nonostante l’impegno dei nostri rappresentanti nelle istituzioni non riusciamo ad avere il giusto peso politico e ad ottenere ciò che meriteremmo, fosse anche solamente per ciò che questa città ha dato al paese con la presenza di industrie tanto inquinanti. Non chiediamo favori o privilegi rispetto ad altri territori, ma almeno parità di condizioni. E allora, come già proposto un mese fa in occasione del Friday For Future del 19 marzo – concludono – torniamo ad avanzare l’idea di una mobilitazione generale della città. Lanciamo quindi un appello alle organizzazioni sindacali, ai partiti, alle forze produttive, ai comitati e a tutti i cittadini: alziamo la testa, mettiamo a valore ciò che ci accomuna e facciamo in modo che Civitavecchia sia finalmente ben visibile alle istituzioni superiori. Organizziamo insieme una grande iniziativa pubblica, non “contro” qualcuno ma “per” un nuovo sviluppo, per reclamare investimenti puliti in favore della città e dei suoi lavoratori, di oggi e di domani. Se non ora, quando? Next Generation”.