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    Energia e ambiente
    27 Aprile 2021
    Transizione energetica, Fiom: ”Bene le proposte di Legacoop e Federlazio”

    CIVITAVECCHIA – “La transizione energetica non deve gravare sui lavoratori e sulle ditte dell’indotto, una centrale a gas sarebbe irrilevante per l’occupazione mettendo peraltro ancora in contrapposizione lavoro e ambiente: è un bene che questo orientamento stia trovando condivisione da sempre più parti, anche datoriali, e dalla Regione Lazio come ha detto chiaramente l’assessore Lombardi a Comune e Sindacati il 23 aprile”. La Fiom Cgil torna sul tema dopo le recenti dichiarazioni.

    “Siamo al punto in cui la garanzia del lavoro per centinaia di metalmeccanici equivale alla sopravvivenza di tante piccole e medie aziende locali prevalentemente mono-committenti Tvn in quanto unico contesto industriale praticabile finora sul territorio – spiegano dal sindacato – non sfugge l’accenno di  Federlazio e Legacoop sul 2030 come data limite. Siamo mobilitati da due anni proprio perchè sapevamo che il 2025 era allora come oggi una data lontana solo in apparenza, coscienti del fatto che ci sarebbe voluto del tempo affinchè sul territorio si consolidasse una posizione comune: il segnale arrivato dalla Regione è positivo anche perchè completa quel quadro, ma auspichiamo che le sollecitazioni che la Regione si è impegnata a fare al Ministero produrranno velocemente dei risultati, perchè il phase-out è vicino comunque la si veda e bisogna arrivare a quel momento con uno sbocco industriale a tutela di tutti e nell’ambito di una vera transizione ecologica senza combustibili fossili. Bisogna scongiurare altre riduzioni di attività garantendo manutenzioni costanti, ma vanno rivisti anche i meccanismi di appalti che somigliano sempre più ad attività in somministrazione. Basando costi e clausole sociali sulle sole presenze effettive in centrale si crea un triplice problema di occupazione, efficienza e sicurezza: gli organici devono obbligatoriamente essere più numerosi per consentire agli operai di riposare, senza dimenticare che l’indotto comprende decine di impiegati che sono determinanti per la gestione di una ditta pur non entrando fisicamente in Centrale. Fermo restando che le mobilitazioni dei metalmeccanici non si fermeranno, ci rendiamo disponibili al confronto cominciando dagli aspetti legati alla riqualificazione professionale che la transizione implicherebbe – concludono dalla Fiom – manca ancora un progetto industriale preciso, ma è un argomento che può già essere affrontato in linea generale purchè si parta dalle mansioni effettivamente presenti nell’indotto”.