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    Salute
    9 Maggio 2021
    Parla un rianimatore in pensione: “Non stavo in piedi”
    Covid, un medico guarito: ‘’Rinato con la riabilitazione’’

    CIVITAVECCHIA – “Una volta guarito dal Covid mi sentivo floscio come un polpo, ero uno straccio e non riuscivo nemmeno a reggermi in piedi. È stato solo grazie alla riabilitazione se poi, lentamente, mi sono ripreso il mio corpo”. A parlare è Paolo Geraci, 69 anni, medico e già rianimatore all’Irccs San Matteo di Pavia, che dopo la malattia ha intrapreso un percorso di riabilitazione respiratoria e motoria all’Ics Maugeri di Pavia. “La riabilitazione non è come me la immaginavo, non è una distensione polmonare – racconta Geraci – È invece un percorso in cui il tempo cura i polmoni e le fisioterapiste curano l’involucro: potenziando la massa muscolare con esercizi di resistenza allo sforzo e altre attività fisiche, questo è stato determinante perché in pochi giorni quel polipo che non si reggeva in piedi ha cominciato a fare i primi passi, poi a camminare in autonomia e infine dopo un mese è tornato a casa, rifiorendo alla vita”. “Nelle strutture Ics Maugeri abbiamo curato 5.810 pazienti Covid – spiega Michele Vitacca, capo del Dipartimento di Pneumologia riabilitativa – e, di questi, almeno il 30% ha avuto bisogno di riabilitazione respiratoria e neuromotoria”.
    Si tratta di “pazienti con forti deficit di ossigeno, sensazione di mancanza di fiato da sforzo, debolezza muscolare, compromissione della performance fisica e della tolleranza allo sforzo con sindromi cosiddette “da allettamento prolungato da terapia intensiva” anche correlate alla pratica di “pronare”, ossia del posizionamento bocconi per favorire l’ossigenazione e la respirazione per chi aveva dovuto ricorrere all’uso di un ventilatore meccanico o di alti flussi di ossigeno nelle terapie intensive e semintensive. Alcuni studi pubblicati dai clinici Maugeri su riviste internazionali quali “European Journal of Respiratory” e “Respiration” – sottolinea Vitacca – hanno documentato il beneficio delle attività riabilitative misurando la capacità respiratoria e funzionale dei pazienti con test specifici, mostrando come, per la maggior parte di questi pazienti, tutti gli indici siano migliorati nel periodo di ricovero”.