«In una fase di estrema incertezza e preoccupazione per gli scenari futuri, produttivi ed occupazionali, il blocco di Tirreno Power della costruzione di nuovi gruppi a gas, rappresenta un contraccolpo negativo per l’economia locale». Ne è convinto il direttore generale di Federlazio, Luciano Mocci, facendo riferimento alla decisione del cda dell’azienda. «La rinuncia a forme di investimento, in questa fase così delicata – ha aggiunto Mocci – non aiuta certo il rilancio del sistema economico». Da qui la richiesta di un confronto urgente con le istituzioni, così come auspicato nel documento di sviluppo dell’area inviato pochi giorni fa da Federlazio e Legacoop Lazio. Di contro è Città futura ad accogliere con soddisfazione la decisione di Tirreno Power, invitando anche Enel a fare lo stesso e ricordando anche le parole di John Kerry, ex segretario di stato americano, attualmente è inviato speciale del presidente Biden per il clima il quale, nel recente incontro con « Draghi e il gotha della politica italiane e dell’industria, e Papa Francesco – spiegano – ha parlato dell’urgenza della crisi climatica e ha ammonito l’Italia a non affidarsi al gas naturale, sostenendo la necessità di passare rapidamente a un’economia basata sulle energie pulite. La cattiva notizia, invece, è contenuta nel Pnrr italiano: nelle schede del documento non viene nemmeno recepita la richiesta europea di ridurre di un taglio minimo del 7,6% ogni anno le emissioni di CO2 da qui al 2030. Il nostro Pnrr deve essere cambiato, ormai sono tutti concordi – hanno ribadito da Città futura – occorre però uno scatto in avanti coraggioso, come ha fatto la Germania nei giorni scorsi, spiazzando perfino lo stesso John Kerry: riduzione dei gas nocivi del 65% entro il 2030 anziché del 55%, zero emissioni nel 2045 anziché nel 2050 e tassazione dei prodotti inquinanti. Solo l’Italia è ferma al capacity market».
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