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    Cronaca, Economia e Lavoro, Energia e ambiente
    27 Maggio 2021
    Dl Semplificazione: fuori la centrale Enel di Civitavecchia il primo presidio di protesta

    CIVITAVECCHIA – Non è un caso che si sia svolto questa mattina a Civitavecchia, fuori i cancelli della centrale Enel di Torrevaldaliga nord, il primo presidio contro il Dl Semplificazione, promosso dalla Fiom Cgil e che ha visto partecipare molti metalmeccanici.

    Nel testo, come spiegato infatti dal segretario territoriale del sindacato Giuseppe Casafina e da Rosita Galdiero, dirigente nazionale della Fiom, prevede “la deregolamentazione di appalti e subappalti, con affidamenti diretti e il ritorno del massimo ribasso nelle gare. Provvedimenti dannosi – spiegano – a cui si aggiungono il dimezzamento dei tempi per il confronto pubblico sulle opere rilevanti. Meno regole negli appalti vuol dire scaricare tutto sui lavoratori, attaccando direttamente tutele, retribuzioni e condizioni di lavoro a partire dalla sicurezza”.

    Inoltre, come ribadito da Casafina, è contenuto “quello che consideriamo come un graffio pesante nei confronti tutti coloro che stanno lottando per una transizione energetica giusta. Una norma – ha sottolineato – che impatterebbe direttamente su Civitavecchia: una pesante limitazione del potere delle Regioni nei processi autorizzativi sulle grandi centrali. Tutto avviene nel momento in cui dopo il Comune anche la Regione Lazio ha sostenuto la richiesta del territorio per riconvertire Torrevaldaliga nord con un progetto industriale che mantenga tutti i posti di lavoro e senza altre fonti fossili, al contrario di quanto succederebbe convertendola a gas nel 2025. Meno peso delle Regioni negli iter autorizzativi vuol dire spianare la strada a progetti portati avanti senza il coinvolgimento di chi vive e lavora sul territorio, come sappiamo bene a Civitavecchia. Per questo abbiamo lanciato questo sciopero a freddo, non organizzato, proprio perché c’è una norma nel dl Semplificazioni che riguarda direttamente Civitavecchia: ma forse, chi l’ha voluta inserire – ha concluso Casafina – non ha ben capito cosa stiamo chiedendo e cosa siamo disposti a mettere in campo per ottenere quello che vogliamo. Se la discussione si sposta al Ministero, anche la protesta si trasferirà al Ministero”.