Senza l’uso dei generici, secondo gli ultimi dati diffusi da Egualia, la spesa italiana per il farmaceutico sarebbe da 5 a 7 miliardi superiore, con evidenti limiti per la possibilità di finanziare assistenza e innovazione che rendano il diritto alla salute davvero universale. Lo scenario farmaceutico in Italia è molto cambiato e, in occasione del suo 25° anniversario di attività, Doc Generici, azienda italiana con sede a Milano, traccia un bilancio della propria esperienza nel mercato del farmaco generico in Italia.
Sono passati 25 anni da quando, nel 1996, è stata promulgata in Italia la prima legge sul farmaco generico che ha introdotto la possibilità di commercializzare un medicinale che contiene la stessa quantità di principio attivo e presenta la stessa biodisponibilità di un farmaco di marca a brevetto scaduto, con un vero e proprio beneficio per la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale (Ssn). “Oggi sono cambiate non solo la percezione del medico prescrittore e del farmacista, – spiega Gualtiero Pasquarelli, presidente di Doc Generici – ma anche quella delle autorità sanitarie che non mettono più in dubbio la qualità del farmaco generico che è esattamente uguale a quella delle specialità”.
Più fiducia ai farmaci generici – si legge in una nota dell’azienda – significa infatti comprendere che un prezzo più basso dipende solo dall’assenza dei costi di ricerca e sviluppo che sono invece normalmente necessari per la produzione di un farmaco di specialità.
In un periodo di crisi sanitaria ed economica come quella dell’ultimo anno, il saving generato dai farmaci generici è stato considerevole se si pensa che solo nel 2019 la spesa ospedaliera ha finanziato l’acquisto di 1,5 miliardi di unità minime frazionabili di medicinali di cui circa il 30% era rappresentato dai farmaci generici.
Inoltre, durante l’anno trascorso, l’accesso agli screening e alle visite di routine è calato di circa il 20-30% e l’accessibilità ai farmaci generici ha garantito la cura non solo ai pazienti affetti da Covid-19, ma anche e soprattutto ai pazienti cronici.