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    Energia e ambiente
    10 Giugno 2021
    Nel documento di sviluppo le due associazioni dicono no al turbogas ma allungano la vita al fossile
    Tvn, per Federlazio e Legacoop carbone fino al 2030

    Per Federlazio e Legacoop niente turbogas a Tvn ma carbone fino al 2030. Si legge in un passaggio del documento di sviluppo dell’area di Civitavecchia annunciato nelle scorse settimane dalle due associazioni e inviate a tutte le realtà istituzionali del territorio. Un passaggio che lascia qualche perplessità ma che viene motivato come una necessità per frenare la perdita occupazionale. «Stimiamo – si legge nel documento – in centinaia di posti di lavoro quelli che il territorio rischia di perdere per effetto della chiusura di aziende metalmeccaniche, ma anche di quelle elettriche, impiantistiche, edili e non solo. Un patrimonio, quello dell’indotto Enel, che non può essere disperso, ma che deve anzi essere valorizzato. Nello specifico, riteniamo irrilevante l’apporto economico-occupazionale che potrà offrire il “Turbogas”, in sostituzione dell’impianto a carbone. Mossi da queste valutazioni allarmanti, vogliamo immaginare una transizione energetica ed ecologica rimodulata rispetto alle date dell’ultimo Pniec, ma sostanzialmente in linea con i suoi principi istitutivi e che racchiuda in sé una soluzione di sintesi più efficace che tenga conto di tutte le problematiche connesse alla chiusura della Centrale.
    A nostro avviso si può tendere ad una transizione energetica ed ecologica senza dover ricorrere alla installazione dei Turbogas nel sito di Tvn, rispettando il 2030 quale limite massimo per la decarbonizzazione
    . In tal modo – spiegano le due associazioni – si eviterebbe completamente l’utilizzo del gas, evitando una ulteriore e pluriennale dipendenza energetica da combustibile fossile e si rispetterebbero i limiti degli accordi europei per l’uscita dal carbone». Secondo Federlazio e Legacoop questo consentirebbe al territorio di sviluppare valide alternative. Insomma Civitavecchia sembra destinata a dover scegliere mali minori o temporanei, vedi turbogas o carbone, per il bene della produzione energetica del paese, restando in attesa di ipotetici benefici o di investimenti “green” di cui tanto si parla mentre il cielo resta segnato dalle ciminiere. La transizione energetica continua a far discutere.

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