CIVITAVECCHIA – “Bravi, bravi tutti. Brava l’opposizione a chiedere un Consiglio Comunale aperto, brava la maggioranza, almeno dagli interventi fatti dai suoi consiglieri, a riconfermare il no al turbogas e bravo il Sindaco a tirare le somme e a riconfermare il no e il voto unanime espresso dal Consiglio Comunale del 2019 contro la costruzione di una nuova centrale a gas, e bravi noi, lasciatecelo dire, dell’arcipelago dei Comitati che si riconoscono in Civitavecchia Bene Comune a presenziare in massa dentro e fuori l’Aula Pucci e ad arricchire il dibattito con i propri interventi”.
Il comitato Sole si dice soddisfatto dell’esito del consiglio di ieri e invita oggi ad accelerare e ad andare avanti. “Avevamo visto nei giorni precedenti una insolita attività da parte dei fedelissimi di Enel, che ritornavano alla carica con idee strampalate di conversione a gas e prolungamenti dell’utilizzo del carbone – hanno aggiunto – niente di tutto ciò. L’aula Pucci, nella sua totale unanimità, ha riconfermato il no a nuove centrali a gas sul territorio di Civitavecchia e si alle proposte dei progetti alternativi da fonti rinnovabili. Il tempo è ora, lo abbiamo dimostrato con la credibilità delle proposte avanzate, offshore eolico, ambientalizzazione del porto, della città e di tutto il suo territorio, una grande ‘comunità energetica’. La via è tracciata, adesso bisogna percorrerla. Come abbiamo detto al Sindaco, occorre un cronoprogramma da seguire passo dopo passo. Le condizioni ci sono tutte. Tutta la Giunta con il suo Sindaco, la Cgil, la Fiom, la Uil, la Cna, i comitati, i commercianti, la Regione Lazio e la città che oggi era presente all’Aula Pucci, tutti. Adesso tutto va spostato ai livelli istituzionali superiori, ministeri e Governo. Non ci sono più scuse, la logica e la ragione sono dalla nostra parte. Il gas non si può fare, bisogna fare altro. Per iniziare si blocchi il D.L. Semplificazioni che ci sembra vada nella direzione di impedire alla Regione Lazio di decidere del proprio futuro energetico sui suoi territori, poi si inizi a pensare alla transizione ecologica. Primo passo, pensare a come smantellare la centrale a partire dal 2025 e ridare fiato a tutte le imprese e ai lavoratori metalmeccanici che in questi anni hanno sofferto. Noi, come già dimostrato – hanno concluso – siamo a disposizione con i nostri tecnici per costruire insieme l’alternativa. Un altro futuro è possibile”.