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    Energia e ambiente
    13 Luglio 2021
    La fotografia della situazione scattata da un nuovo sondaggio Ipsos presentato all’Ecoforum 2021
    Economia circolare: cittadini più informati, fiducia in Ue e Pnrr

    Cresce l’attenzione e la conoscenza dei cittadini sul tema dell’economia circolare. Resta ampia la fiducia nell’Europa, nel Recovery Fund e nel Pnrr, ma il ruolo dell’Italia è ancora sottostimato. È quanto emerge dal sondaggio Ipsos “Futuro ed Economia Circolare” a cura di Conou, Legambiente, Editoriale Nuova Ecologia presentato a EcoForum 2021. Il 41% degli intervistati conosce i principi dell’economia circolare e negli ultimi tre anni la quota dei consapevoli su questo tema è passata dal 17% al 25% soprattutto grazie ai mezzi di informazione.

    Ampia la fiducia nei confronti dell’Europa nell’indirizzare l’Italia verso uno sviluppo sostenibile. In particolare, per il 73% degli intervistati il Recovery Fund e il suo piano attuativo Pnrr sono una buona occasione per un rilancio green dell’economia, ma tra le azioni prioritarie al centro del Pnrr, per il 47% degli intervistati ci devono essere risorse per la riconversione degli impianti industriali obsoleti, per il 36% occorre incentivare le aziende impegnate sulla circolarità, per il 40% educare i cittadini e per il 39% sostenere la ricerca.

    Sottostimata la capacità del Paese di essere leader nell’economia circolare. Per il 51% degli intervistati l’Italia è al di sotto della media europea rispetto a causa della mancanza di controlli (33%), al fatto che Governo e istituzioni emanano norme poco efficaci (22%), i cittadini non sono attenti (20%). Solo il 13% degli intervistati è a conoscenza che l’Italia è tra le più virtuose in Europa per riciclo. Il 33% lega le motivazioni prevalentemente alla quantità di raccolta differenziata, mentre il 24% all’attenzione dei cittadini e il 18% alla sensibilità ambientale. Effetto Nimby: oltre la metà degli intervistati non sembra essere favorevole ad avere un impianto per il riciclo dei materiali ‘vicino’ alla propria abitazione. Tra le motivazioni spicca per il 55% degli intervistati l’inquinamento dell’aria, per il 33% dall’inquinamento dell’acqua e per il 25% da quello acustico.

    Spazio al trattamento in Italia dell’olio minerale in Italia. “In questo settore dall’indagine Ipsos emerge come la metà degli italiani sia consapevole dell’attività di raccolta, ma la maggioranza ignori le sorti di questo rifiuto pericoloso – commenta il presidente del Conou, Riccardo Piunti – Segno che le campagne di comunicazione contro la dispersione impropria di olio usato, condotte negli anni dal Conou verso il settore del ‘fai da te’ hanno sortito un effetto positivo ma si pone ora la necessità di rendere più noto il processo circolare di rigenerazione, che trasforma il rifiuto in nuovo lubrificante: solo il 28% del campione infatti si dichiara informato su questo aspetto”.