FIUMICINO – Secondo giorno della tappa laziale di Goletta Verde che, insieme a Legambiente Lazio ed al neonato circolo di Legambiente Fiumicino, ha protestato contro «le insensate opere portuali a Fiumicino, e ha presentato il Dossier Portualità nel Lazio».
«Ancora una volta lo striscione Giù le mani dalla costa viene srotolato da volontari e volontarie di Legambiente, per ribadire, così come fatto nel 2001 sotto il vecchio faro, un deciso no ad inutili e insensati progetti di nuovi porti, si legge in un comunicato stampa diffuso da Legambiente.
«Abbiamo assistito negli anni a smaniosi progetti per inutili porti e approdi, spesso incompleti e inutilizzati. Questa situazione, oltre ad essere estremamente dannosa per l’ecosistema e la spia di una pesante speculazione, rappresenta un’aggravante al gigantesco problema dell’erosione costiera, provocata soprattutto da cause antropiche che alterano il ciclo dei sedimenti. Gli ultimi dati regionali (TNEC – 2018), riferiti al periodo 2007-2012, riportano che sono a rischio di erosione quasi 80 km, arrivando a ben il 44% del totale delle spiagge basse sabbiose, con una perdita di arenile stimata in circa 200.000 metri quadrati/anno. Nella zona di Focene-Fregene (lungo il tratto del litorale di Fiumicino) si registrano perdite sabbiose per circa 100.000 metri quadri annui. I progetti portuali di Fiumicino mettono ancora più a rischio questa situazione: oltre a perdere 3 km di litorale sostituito da cemento e opere rigide, si stima infatti un impatto devastante in termini di nuova erosione, su 50 km di spiagge da Fiumicino verso nord – prosegue la nota di Legambiente-. Oggi a Fiumicino i progetti per i porti sono due: il Porto della Concordia che cambierebbe obiettivo da Porto Turistico a Porto Crocieristico, e un nuovo Porto Commerciale che si sta immaginando con bracci e cemento in mare e che andrebbe a completare un mastodontico muro di navi e cemento davanti alla città».
«I progetti mastodontici di nuovi porti a Fiumicino sono devastanti e, come nel 2010 quando fu presentato il progetto del Porto della Concordia, torniamo a dire giu’ le mani dalla costa e a difendere questa porzione di territorio da scelte assurde – dichiara Roberto Scacchi, Presidente di Legambiente Lazio – lo facciamo insieme a tante altre associazioni e cittadini, firmando l’appello del Comitato I Tavoli del Porto per bloccare questi progetti, lo facciamo a poche ore dalla fine di un nuovo tentativo di vendita della concessione sul Porto della Concordia e contro ulteriori nuovi tentativi.
Si rischia di costruire ex novo, alla foce del Tevere, un luogo per enormi navi, quando 50 km a nord va ripensato e quello di Civitavecchia, entrato in una crisi profonda. Senza considerare l’assalto dell’erosione costiera che tutto ciò comporterebbe, i nuovi progetti provocheranno la perdita di 3 km di litorale sostituito da porti, ma anche un impatto devastante in termini di nuova erosione su almeno 50 km di spiagge balneari a nord di Fiumicino.
Eppure non si può di certo dire che a Fiumicino non ci siano opere priori
tarie da portare avanti, proprio in termini di contrasto all’erosione e messa in sicurezza delle attività nautiche: la sistemazione degli approdi per la flotta dei pescherecci più grande del centro Italia, la riqualificazione dell’area devastata dal fallimento del vecchio porto, la rinaturalizzazione dei tanti corsi d’acqua con i percorsi di Contratto di Fiume, lo sviluppo delle politiche per la Riserva Statale Litorale Romano e per le aree protette che possano essere volano della green economy».
«In Italia il 70% delle regioni affaccia sul mare, con una superficie costiera che supera i 6.000 km.
Un gigantesco patrimonio naturalistico, ecosistemico e turistico che non solo deve essere protetto da inutili opere, ma andrebbe addirittura convertito con progetti volti alla sostenibilità ed adattamento ai cambiamenti climatici – dichiara Sibilla Amato, Portavoce di Goletta Verde. Ci opponiamo fermamente a tutti quei progetti inutili che hanno enormi impatti sul territorio e che minano ancora di più l’ampiezza delle nostre spiagge, che, a causa dell’erosione, si snelliscono anno dopo anno».