CIVITAVECCHIA – “Gentile redazione, vi chiedo di diffondere le considerazioni di “filosofia del diritto” necessarie per comprendere la patogenesi della ferita inferta all’art.42 della Costituzione Italiana che garantisce ( a parole!) la proprietà privata costantemente menomata dal feudale e anacronistico “jus soli” gestito dalle Università agrarie attuali…miracolosamente sopravvissute alle leggi napoleoniche (naufragate nel clima della restaurazione pauperista e liberticida) e alle illuminate leggi monarchiche di Vittorio Emanuele III che – nel 1916- alienò quasi tutte le Tenute di Civitavecchia cedendole al Marchese Guglielmi e ad altri legittimi acquirenti( rendendole automaticamente “allodiali”: cioè libere da usi civici ancestrali e retrogradi). Su una situazione antistorica cavalcata dalla Università Agraria civitavecchiese è piovuta (inaspettata come una catastrofe innaturale) la Legge 20.novembre 2017 n.168 promulgata dal Presidente Mattarella, condivisa da Presidente Gentiloni e dal Ministro Orlando.
Se si analizza tale legge in ogni sua asserzione giuridica sembrerà di leggere un editto medievale declamato da un valvassore o da un feudatario che potrebbe anche esigere – oltre allo “jus soli”- anche lo “jus primae noctis”!! Ci hanno plagiato la mente e il cuore a tal punto che stentiamo a riconoscere a noi stessi i diritti elementari ( ineludibili e irrinunciabili) scritti nella Costituzione Repubblicana e ,perfino, già- a suo tempo – assunti dalla Costituzione Monarchica. Si pretende che – in un territorio vessato da ingombranti opifici energetici inquinanti e deturpanti, da occupazione selvaggia di suolo pubblico per enormi ampliamenti portuali , da installazione di cisterne gigantesche per prodotti secondari del petrolio , da discariche a cielo aperto pronte ad ingurgitare e rifiuti tossici della lussuriosa Roma capitale et caput mundi – la nostra città bombardata a tappeto e ricostruita in fretta e furia per ridare alla popolazione una casa , una viabilità provvisoria ,una rete idrica e fognaria , un piano regolatore provvisorio e perfettibile ( ma legittimo ), adesso – a distanza di settanta anni- paghi all’Università Agraria un “tenue obolo” affinchè ci vengano rimessi i peccati di abusivismo cronico. Così come il Presidente Mattarella ha emanato la legge 20 novembre 2017 n.168 dovrebbe – prima che scada il Suo mandato – promulgare una legge definitiva che recuperi quanto di positivo è stato attuato dalla legislazione monarchica e da qualche timida leggina della nostra attuale, timida, legislazione repubblicana. Per chiudere: nessun intervento normativo regionale, comunale, agrario (universitario) può sanare mai una situazione catastrofica, confusa , conflittuale fino a quando il Parlamento non elaborerà un nuovo (nella forma e nel contenuto) assetto legislativo , subito recepito sia dal Presidente della Repubblica , sia dalla Corte Costituzionale. Tutto il resto è noja”.
Giardi Paolo – Un cittadino vessato da leggi miopi, innaturali, vessatorie che non fanno onore alla nostra cultura italica: un tempo patria del diritto