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    Amministrazione, Cronaca, Energia e ambiente
    19 Agosto 2021
    Il consigliere Filippo Moretti chiarisce la situazione relativa ai depuratori dopo le varie segnalazioni sui social di casi di infezioni intestinali registrate in questi giorni dopo aver frequentato il mare
    «Il depuratore di Ladispoli funziona correttamente»
    «Le cause dei casi di enterite possono essere tra le più diverse e non vanno esclusi fattori concomitanti con le alte temperature»

    LADISPOLI – Vomito, diarrea, febbre. Nella città balneare sono diversi i casi di infezioni intestinali segnalati sui social network. Molti di loro hanno un comun denominatore: il bagno a mare. Da qui è subito scoppiata la polemica relativa alla qualità dell’acqua del mare ladispolano, con i dati di Goletta Verde più volte rimbalzati sulle bacheche social (ma che riguardano solo i dati relativi all’inquinamento delle acque in prossimità dei fossi dove peraltro vige il divieto di balneazione fino a 250 metri di distanza a destra e a sinistra). Riflettori puntati anche sui depuratori. Per alcuni potrebbero non funzionare correttamente. E così il consigliere Filippo Moretti ha provato a fare chiarezza: «Fermo restando che la competenza sanitaria sul nostro territorio è della Asl Rm4, sia i tecnici di Flavia Servizi che quelli comunali si sono immediatamente attivati per monitorare in maniera continua il funzionamento del depuratore e quello degli impianti fognari di sollevamento, rilevando che, come in passato, non si è riscontrata alcuna anomalia. Ricordiamo che la qualità delle acque depurate viene continuamente verificata attraverso analisi interne settimanali e attraverso quelle che vengono svolte dalla Asl/Arpa e queste ultime, eseguite ad inizio agosto, sono risultate pienamente conformi. Al tempo stesso sono sottoposte a controlli giornalieri tutte le stazioni di sollevamento delle reti fognaria per avere la certezza che non vi siano sversamenti nei due fossi che attraversano la Città». Per il consigliere potrebbero essere diverse le cause di enterite «e non vanno esclusi fattori concomitanti con le alte temperature, intorno ai 30 gradi, e la stagnazione delle acque di mare di quest’ultimo periodo, la costante corrente di scirocco che, come noto, trasporta lungo la nostra costa le acque di numerosi fossi e fiumi a sud di Ladispoli, non ultime quelle del Tevere. A ciò si deve aggiungere il lungo periodo di mancate precipitazioni, oltre due mesi, che ha causato un ristagno ed un elevato aumento delle temperature delle acque dei due fossi, condizioni che naturalmente favoriscono la proliferazione batterica. Da ultimo è importante sottolineare che vige da sempre un divieto di balneazione per 250 su ogni lato per i tratti di litorale alle foci dei fossi Vaccino e Sanguinara, che è bene rispettare soprattutto in questi momenti in cui le condizioni climatiche estreme favoriscono il diffondersi delle patologie infettive».