logo
    Energia e ambiente
    16 Settembre 2021
    Ripiantumati arbusti nell’area disboscata a causa di un fungo patogeno. Visita anche a Torre Flavia
    Con il progetto Life nuovi alberi al bosco di Palo

    LADISPOLI – Scambio “scientifico e culturale” nei giorni scorsi alla Palude di Torre Flavia tra gli staff di due progetti europei indirizzati al recupero di habitat compromessi a causa di eventi naturali o umani. I responsabili del progetto Life Primed che si occupa del rimboschimento del bosco di Palo hanno infatti incontrato i responsabili del progetto Life ReDunes che si occupa invece della preservazione delle dune costiere.

    IL PROGETTO LIFE PRIMED.
    Tre anni fa, come spiega il consigliere delegato alle aree protette Filippo Moretti, fu aggiudicato il progetto Life Primed che avrebbe operato in particolare due siti: uno si trova in Grecia, l’altro a Ladispoli al Bosco di Palo dove l’obiettivo è il rimboschimento, utilizzando piante autoctone, di un’area in cui sono stati abbattuti numerosi alberi a causa della presenza di un fungo patogeno che ha colpito querce e lecci, uccidendoli. Una “malattia” che si manifesta in condizioni di stress ambientale, in particolare di carenza idrica. Dal 2003 infatti il territorio è stato interessato da diversi periodi di siccità che hanno causato lo stress delle piante fino a far emergere la presenza del fungo patogeno. In questo senso, le piante morte o malate sono state eradicate per impedire la diffusione del patogeno al resto della vegetazione, aprendo al contempo, all’interno dell’area di Palo (di circa 150 ettari) grandi radure laddove una volta sorgeva il bosco. Obiettivo del progetto è intervenire proprio su queste aree attraverso la piantumazione gli arbusti mancanti. Una procedura che va effettuata, secondo le direttive che insistono sulle aree protette, con la piantumazione di arbusti nati dal seme. «Sono state così raccolte ghiande e semi di querce, lecci e frassini – ha spiegato Moretti – sono state fatte germinare nel centro sperimentale dell’Arsial sito tra Cerenova e Furbara, e queste piante, che oggi hanno tre anni, verranno reimpiantate all’interno del bosco» in un’area di circa 50 ettari. Il progetto prevede, oltre alla piantumazione di nuovi arbusti, anche la realizzazione di un vascone per l’accumulo dell’acqua piovana alimentato da un sistema di drenaggio. «L’acqua piovana viene raccolta, immagazzinata all’interno di questo vascone e servirà per l’irrigazione delle nuove piante messe a dimora». Un progetto al quale l’amministrazione comunale «sta partecipando attivamente sin dalle sue origini». Ma non solo: la vasca di accumulo verrà inserita «anche nel piano antincendio boschivo», ha spiegato Moretti. «L’incendio del 2017 ci ha dimostrato che si è più efficaci nelle operazioni di spegnimento se si può contare su fonti d’acqua presenti all’interno delle aree in cui si va ad intervenire», ha sottolineato Moretti.

    LO SCAMBIO “CULTURALE”
    . E proprio nell’ambito dei progetti Life finanziati dall’Europa, i responsabili di Life Primed hanno ospitato nei giorni scorsi nella città balneare i responsabili del progetto Life ReDunes che operano sulla costa veneta dove è presente una forte erosione delle dune costiere. Una situazione simile a quella in cui si trova la Palude di Torre Flavia, dove ogni anno, da anni, i responsabili dell’Oasi e l’amministrazione comunale, insieme ai tanti volontari si rimboccano le maniche per mantenere il mare fuori dalla Palude rinforzando e proteggendo le dune, che costituiscono una barriera naturale tra i due elementi.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA