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    Energia e ambiente
    22 Settembre 2021
    I dati del Rapporto di Circonomia su post-Covid e transizione ecologica
    Italia eccellenza nell’economia circolare, male per stili di vita

    Italia eccellenza nell’economia circolare ma arranca sul fronte dei comportamenti “green”. È quanto emerge dal Rapporto di Circonomia, il Festival nazionale dell’economia circolare ad Alba. La valutazione contenuta nel Rapporto si basa su 17 indicatori: dal consumo interno di materia pro capite e dalla percentuale di rifiuti avviati a riciclo, che vedono l’Italia prima assoluta sui 27 Paesi dell’Unione europea, ai consumi finali di energia in rapporto al Pil e al tasso di rinnovabili sui consumi finali di energia che ci collocano largamente al di sopra della media europea e in testa tra i grandi partner dell’Unione (Germania, Francia, Spagna, Polonia). Nella classifica finale che comprende tutti i 17 indicatori, come detto l’Italia è prima, seguita dall’Olanda, dall’Austria, dalla Danimarca. E se fossero Stati membri dell’Unione, sarebbero prime sia la macro-regione del Nord che quella del Centro, mentre il Sud con le isole si piazzerebbe comunque sul podio. Le buone prestazioni dell’Italia sul fronte dell’economia circolare nascono da vari fattori. Per una parte – spiega il report – dipendono da condizioni oggettive e tradizionali: la nostra “geografia” caratterizzata in prevalenza da un clima mite favorisce più bassi consumi di energia, la nostra strutturale carenza di materie prime (dalle risorse energetiche ai metalli) ha “abituato” da secoli l’economia italiana ha ottimizzare l’uso di energia e risorse naturali. Ma non va tutto bene. Nella corsa all’economia circolare pesano tre grandi ombre: la produzione e il consumo di energie rinnovabili, la contraddizione tra le brillanti prestazioni ambientali dell’Italia e il persistente declino del Paese sotto il profilo economico e sociale e i comportamenti individuali. Secondo il Rapporto di Circonomia, l’Italia è lenta nell’aprirsi a modelli di consumo e stili di vita ‘circolari’. Nelle nostre case consumiamo più energia della media dei cittadini europei e siamo indietro per consumi bio e nella mobilità alternativa. Un quadro tra luci e ombre che offre spunti sulle azioni da mettere in campo nell’ottica della transizione ecologica attesa dal Paese e dall’Europa.