Con 171mila tonnellate di olio minerale usato raccolte nel 2020, il Consorzio Nazionale degli Oli Usati ha raggiunto il traguardo del massimo raccoglibile nel Sistema. Dell’olio raccolto, il 98% è stato avviato a rigenerazione, generando un significativo risparmio sulla bilancia energetica del Paese e permettendo una riduzione di circa 46,7 milioni di euro sulle importazioni di greggio in Italia. A sottolinearlo è il Rapporto di Sostenibilità 2020 del Conou, redatto con il supporto di Deloitte Italia e revisionato da Ernst&Young.
“Il Rapporto di Sostenibilità del Conou, in tempi in cui tanto si parla del fenomeno deteriore del ‘Greenwashing’, si distingue grazie ad alcuni parametri come la trasparenza, raccontando tutto della filiera, dai successi alle difficoltà e alle sfide; la compliance e gli standard internazionali Gri; la correttezza dei numeri, la condivisione e la partecipazione di tutte le aziende della filiera, a cui chiediamo non solo dati, ma anche idee, prospettive e strategie. Infine il nostro Rapporto si distingue per l’evidenza dei grandi benefici ambientali che la nostra circolarità genera. Ogni anno ci proponiamo, con successo, di migliorarlo in ognuno di questi aspetti”, spiega Riccardo Piunti, presidente del Conou.
L’IMPATTO SU SALUTE ED ECOSISTEMA
– Nel 2020 l’attività del Conou ha consentito di salvaguardare l’ambiente con benefici per la salute umana e l’economia. Ecco di seguito i numeri degli impatti ambientali evitati, riportati nel report: 78.400 tonnellate di emissioni di CO2eq evitate, con un impatto inferiore del 49% rispetto al sistema alternativo; 1 milione di tonnellate di impoverimento di carbonio nel suolo risparmiate all’anno; 34 milioni m3 di acqua risparmiata all’anno, con un impatto inferiore del 76%; – 97% di tonnellate di clorobenzene equivalente prodotte, tossico per l’uomo.
Il sistema Conou ha quindi consentito un risparmio di 3.441 anni di vita ‘sana’ all’anno. Per quanto riguarda la qualità dell’ecosistema invece, nel 2020, ha contribuito a salvare 3,2 specie viventi.
L’IMPATTO ECONOMICO E OCCUPAZIONALE
– L’attività di recupero degli oli usati ha impatti positivi sul sistema Paese, soprattutto grazie alla riduzione del fabbisogno di materie prime: le 167 mila tonnellate complessivamente avviate a recupero in Italia nel 2020 hanno consentito un risparmio di circa 47 milioni di euro sulle importazioni di greggio. L’attività del Consorzio ha generato, poi, esternalità positive anche in termini economici e sociali, con un impatto economico totale pari a 67,9 milioni di euro e impiegando 1.185 persone lungo la filiera.
LA QUALITÀ DELLA RACCOLTA
– La qualità dell’olio lubrificante usato, raccolto nel 2020, è stata la sfida centrale per l’efficacia della rigenerazione. Nonostante l’incremento dell’olio di provenienza industriale e da emulsioni, che ha apportato delle criticità per la presenza di inquinanti nell’olio stesso, il Conou ha proseguito la sua attività di sensibilizzazione alla corretta gestione e stoccaggio del rifiuto, riuscendo a preservare l’integrità del ciclo degli oli usati.
“Oltre a quella della qualità – ha dichiarato Piunti – il Consorzio affronta le sfide dell’innovazione, intesa in senso tecnologico e digitale, e della comunicazione ambientale. Il primo profilo vede il Conou impegnato nel sostegno attento alle realtà della sua filiera, chiamata a ottimizzare le proprie performance attraverso l’aggiornamento e l’evoluzione industriale, gestionale e di processo. Allo stesso modo sarà fondamentale nel prossimo futuro, mantenere e rafforzare il dialogo con il pubblico e tutti gli stakeholder del Consorzio allo scopo di veicolare il messaggio di sensibilizzazione ambientale di cui è portavoce, ricorrendo a tutti gli strumenti più attuali e innovativi a disposizione. A partire dai canali social che rappresentano oggi uno dei principali veicoli per il confronto con le nuove generazioni”.