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    Cultura e Spettacoli
    12 Novembre 2021
    Gli autori Anna Maria Funari e Gianfranco Santoro presenti all'incontro
    FdI, presentato il libro su Rodolfo Graziani

    LORENZO LEONCINI

    CIVITAVECCHIA – Dopo diversi mesi di impossibilità per le normative anti-covid il circolo locale di Fratelli d’Italia torna ad aprirsi al pubblico con un evento culturale. Giovedi alle 19 nella sede di via Carducci è stato presentato il libro biografico “Rodolfo Graziani. Il soldato e l’uomo”, l’ultima fatica letteraria congiunta degli scrittori Anna Maria Funari e Gianfranco Santoro presenti all’incontro insieme al segretario di FdI Paolo Iarlori, il capogruppo in consiglio comunale Vincenzo Palombo e anche Antonio Graziani, nipote del generale.

    Il libro esplora la vita militare e privata del gerarca fascista e generale Graziani, una figura di spicco del ventennio e non solo, evitando di scadere nel banale revisionismo storico, puntando invece allo studio dei diari personali dell’ufficiale in possesso di uno degli autori dell’opera, Santoro, che ha commentato così a margine dell’incontro: «Per me è stata una piacevolissima serata, ho visto molta attenzione da parte dei partecipanti alla presentazione dell’ libro su Rodolfo Graziani, tratto dal suo diario personale. Il messaggio che si vuole passare nel libro distanzia ovviamente da concetti apologetici, ma è una controversia dell’ animo umano di un generale».

    Una serata all’insegna della storia e della cultura a cui però non sono mancate aspre polemiche, specialmente dalla sezione locale ANPI che con un comunicato ha sostanzialmente evidenziato come revisionismo fascisteggiante l’iniziativa letteraria dedicata a Graziani. Anna Maria Funari, l’altra autrice del libro, ha successivamente fornito una dichiarazione in risposta al comunicato dell’associazione partigiani: «Inviterei gli amici dell’ANPI a leggere il nostro libro, perché si possano rendere conto che non fa negazionismo né intende riabilitare la figura di Graziani come invece hanno scritto». Nonostante la guerra sia finita settantasei anni fa il clima di pacificazione nazionale stenta ancora oggi a decollare.