GIOVANNI GHIRGA
CIVITAVECCHIA – Il SARS-CoV-2, ancora lui stesso non sa se trasformarsi in un altro virus del comune raffreddore o in qualcosa di più minaccioso come l’influenza o peggio.
Il biologo evoluzionista Jesse Bloom Bloom, Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, Washington, come molti specialisti di virus dell’epoca, predisse che il nuovo agente patogeno non sarebbe stato debellato; piuttosto, sarebbe diventato endemico: il quinto coronavirus a stabilirsi permanentemente negli esseri umani, insieme a quattro coronavirus “stagionali” che causano raffreddori relativamente miti e circolano negli esseri umani da ormai tanto tempo.
Bloom ha visto questi coronavirus stagionali come una potenziale tabella di marcia per l’evoluzione del SARS-CoV-2 e per il futuro della pandemia.
Sappiamo poco di come i coronavirus continuino a riprodursi. Uno degli esempi più studiati, un coronavirus stagionale chiamato 229E, infetta ripetutamente le persone per tutta la vita. Ma non è chiaro se queste reinfezioni siano il risultato della diminuzione delle risposte immunitarie nei loro ospiti umani o se i cambiamenti nel virus lo aiutino a schivare l’immunità.
Per scoprirlo ricercatori hanno ottenuto campioni di sangue vecchi di decenni da persone probabilmente esposte al 229E e li hanno testati per gli anticorpi contro diverse versioni del virus, risalenti agli anni ’80.
I risultati sono stati sorprendenti. Le persone avevano l’immunità ai virus del recente passato, ma non a quelli del futuro, suggerendo che il virus si stava evolvendo per eludere l’immunità.
Ora che abbiamo avuto quasi due anni per vedere come evolve il SARS-CoV-2, si pensa che ci siano chiari parallelismi con il 229E”. Varianti come Omicron e Delta portano mutazioni che attenuano la potenza degli anticorpi generati contro le versioni precedenti del SARS-CoV-2. È probabile che le forze che spingono questo “cambiamento antigenico” diventino più forti poiché la maggior parte del pianeta ottiene l’immunità al virus attraverso l’infezione, la vaccinazione o entrambi.
Il modo in cui il SARS-CoV-2 si evolverà nei prossimi mesi e anni determinerà come sarà la fine di questa crisi globale, se il virus si trasformerà in un altro virus del raffreddore comune o in qualcosa di più minaccioso come l’influenza o peggio.
Una spinta vaccinale globale che ha erogato quasi 8 miliardi di dosi sta cambiando il panorama evolutivo e non è chiaro come il virus affronterà questa sfida. Nel frattempo, poiché alcuni paesi revocano le restrizioni per controllare la diffusione virale, aumentano le opportunità per il SARS-CoV-2 di compiere significativi passi evolutivi in avanti.
I ricercatori stanno imparando mentre procedono, afferma Andrew Rambaut, un biologo evoluzionista presso l’Università di Edimburgo, nel Regno Unito.
Gli scienziati che seguono l’evoluzione del SARS-CoV-2 stanno cercando due ampie categorie di cambiamenti al virus. Uno lo rende più infettivo o trasmissibile, ad esempio replicandosi più rapidamente in modo che si diffonda più facilmente attraverso la tosse, gli starnuti e i sibili. L’altro gli consente di superare la risposta immunitaria dell’ospite. Quando un virus inizia a diffondersi in un nuovo ospite, la mancanza di immunità preesistente significa che c’è poco vantaggio da ottenere cercando di eludere l’immunità. Quindi, i primi e più grandi guadagni che un nuovo virus farà tendono ad essere ottenuti attraverso miglioramenti della trasmissibilità.
Gli autori vedono l’evoluzione del virus come camminare guardando un paesaggio di montagna, dove salire ad altitudini più elevate (mutazioni) equivale ad osservare un panorama migliore, per il virus vale a dire una miglior trasmissibilità.
Tuttavia, a quote sempre più elevate potrebbe non corrispondere un reale miglioramento del panorama, anzi; così per il virus può verificarsi che una mutazione potrebbe addirittura peggiorare la trasmissibilità e, quindi, sono necessarie più mutazione per ottenere guadagni significati nella capacità di trasmissione del SARS-CoV-2.
Trevor Bedford, un biologo evoluzionista del Fred Hutchinson, afferma che il virus deve bilanciare la sua capacità di replicarsi a livelli elevati nelle vie aeree delle persone con la necessità di mantenerle abbastanza sane da infettare nuovi ospiti. “Il virus non vuole mettere qualcuno a letto e farlo ammalare abbastanza da non incontrare un certo numero di altre persone”, commenta. Un modo per il virus di infilare questo ago sarebbe evolversi per crescere a livelli più bassi nelle vie aeree delle persone, ma mantenere le infezioni per un periodo di tempo più lungo, aumentando il numero di nuovi ospiti esposti al virus, afferma Rambaut.
Se il virus si è evoluto in questo modo, potrebbe diventare meno grave, ma questo risultato è tutt’altro che certo. “C’è questo presupposto che qualcosa di più trasmissibile diventi meno virulento. Non sembra che questa sia la posizione che dovremmo assumere”. Varianti tra cui Alpha, Beta e Delta sono state collegate a maggiori tassi di ospedalizzazione e morte, potenzialmente perché crescono a livelli così alti nelle vie aeree delle persone. L’affermazione che i virus si evolvono per diventare più miti “è un po’ un mito”. “La realtà è molto più complessa”.
Infine, evolvere per eludere le risposte immunitarie come gli anticorpi potrebbe anche comportare alcuni costi evolutivi. Una mutazione spike che schiva gli anticorpi potrebbe ridurre la capacità del virus di riconoscere e legarsi alle cellule ospiti. La regione dello spike che si lega al recettore – il principale bersaglio per gli anticorpi neutralizzanti – è relativamente piccola, afferma Jason McLellan, un biologo strutturale dell’Università del Texas ad Austin, la regione però potrebbe essere in grado di tollerare solo in questo modo tanto cambiamento e continuare a svolgere il suo compito principale di legarsi ai recettori ACE2 delle cellule ospiti.
Non si può escludere che l’esposizione ripetuta a diverse versioni del virus, aggiornamenti del vaccino o entrambi, possa alla fine costruire un muro di immunità che il SARS-CoV-2 avrà difficoltà a superare. È improbabile che le mutazioni che superano le risposte anticorpali di alcune persone vanifichino le risposte su un’intera popolazione e l’immunità mediata dalle cellule T, un altro braccio della risposta immunitaria che sembra essere più resistente ai cambiamenti nel genoma virale.
Che cosa favorisce il virus della COVID-19? Un esempio é la diffusione alle stelle della variante Delta e l’ascesa di Omicron, aiutata dall’iniquo lancio di vaccini nei paesi a basso reddito e misure di controllo minime in alcuni paesi ricchi come gli Stati Uniti e il Regno Unito, situazioni che offrono terreno fertile per il SARS-CoV-2 per compiere ulteriori sorprendenti balzi evolutivi.
Callaway E. Beyond Omicron: what’s next for COVID’s viral evolution. Nature. 2021 Dec;600(7888):204-207. doi: 10.1038/d41586-021-03619-8. PMID: 34876665.
Non solo il virus é in evoluzione ma anche costantemente la nostra conoscenza.