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    Amministrazione, Energia e ambiente
    14 Dicembre 2021
    Consiglio sul turbogas: progetti e ipotesi, ma poca concretezza
    Enel ribadisce: "Non siamo innamorati del gas, ma è inserito nel piano Energia e Clima per accompagnare la transizione"

    CIVITAVECCHIA – Parole tante, idee confuse, progetti concreti sul tavolo pochi e soprattutto tempi della politica che non sembrano andare di pari passo con quelli indicati dal piano legato alla transizione ecologica. Perché la data del 2025 entro la quale si dovrà abbandonare il carbone sembra chiara a tutti, Enel in primis come spiegato ieri nel corso del consiglio comunale aperto convocato alla Pucci sulla “Vertenza turbogas: azioni ed iniziative da intraprendere”. Ma quale strada intende intraprendere Civitavecchia? Quale reale alternativa ha deciso di abbracciare il territorio? Quale progetto e con quali partner?

    Dagli interventi di ieri, dall’appello accorato e stonato della delegata ad Enel, la consigliera Barbara La Rosa, tutto appare ancora fumoso. Dire ad Enel: “Ci aspettiamo di essere considerati come polo energetico prioritario; perché non pensate di investire qua? Abbiamo bisogno di un piano di sviluppo” fa tornare indietro di qualche anno, quando ieri, in aula, ci si sarebbe aspettato altro, un passo in avanti deciso e concreto, che invece è mancato.

    E così Enel ha avuto modo di elencare le iniziative in campo, ricordare il dialogo aperto con l’imprenditoria locale, porti verdi, i progetti di formazione del personale per una riqualificazione green, l’impegno per un istituto tecnico superiore, un progetto di smart city e comunità energetiche già sottoposto all’attenzione del Pincio che comprende mobilità elettrica, illuminazione intelligente, impianti rinnovabili. Enel che, attraverso l’ingegner Gaetano Evangelisti responsabile degli Affari istituzionali territoriali della Spa, ha ribadito quanto già espresso nelle scorse settimane da Francesco Starace: “Non possiamo sottrarci alle indicazioni del Governo – ha spiegato – il gas è inserito nel piano energia e clima, dove si parla della produzione di 70 giga di rinnovabili in dieci anni, della chiusura delle centrali a carbone e dell’utilizzo temporaneo del gas per accompagnare la transizione. Non ne siamo innamorati, crediamo fermamente che le rinnovabili siano il futuro, ma il gas è inserito nel piano per garantire la sicurezza energetica. Qui siamo molto laici e aspettiamo le indicazioni che ci arrivano dal gestore della rete. Se serve, e qualcuno ha detto che serve, si dovrà fare: dove si vedrà, ma non siamo innamorati del gas. Ma non c’è nessuna particolare voglia di Enel di realizzare impianti a gas. Il Paese ha deciso che servono per accompagnare la transizione energetica. Capiremo insieme cosa servirà al Paese e a questo territorio”.

    Il neo segretario del Pd Piero Alessi ha proposto una giornata di una giornata di mobilitazione della città “promossa dal Consiglio Comunale a cui spetta il compito, eventualmente, di sondare le disponibilità delle associazioni e delle organizzazioni sindacali a partecipare, con le modalità e le forme che riterranno opportune”, del tavolo al Ministero aperto tempo fa più nessuna traccia, c’è che ha proposto incontri, altri tavoli e vertici, chi ha suggerito ad Enel di puntare sulla logistica – con la società che ha risposto di lavorare già in questo senso, in modo silenzioso – chi infine, come la consigliera regionale Marietta Tidei ha detto: “Bene queste occasioni di confronto, ma non devono servire ad assolverci e sentirci a posto con la coscienza: poi servono i fatti. Quale modello di sviluppo abbiamo in testa per questo territorio?”.

    Domanda, questa, a cui ancora oggi non è stata data una chiara risposta.

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