logo
    Politica
    16 Dicembre 2021
    L'intervento del consigliere dem con proposte e interventi da attuare nell'immediato futuro
    Vertenza turbogas, De Angelis: ”Serve una commissione comunale per fare chiarezza”

    CIVITAVECCHIA – Nel corso del suo intervento durante il consiglio comunale aperto sulla vertenza turbogas il consigliere comunale dem Marina De Angelis d’Ossat ha proposto una serie di azioni ed iniziative da intraprendere tra cui indire una “commissione comunale volta a fare chiarezza sulle opere di compensazione sottoscritte dall’Enel nei confronti della città prima che avesse inizio la conversione della centrale da nafta a carbone”.

    Una commissione comunale che “a mio avviso – continua De Angelis -, dovrebbe prevedere la partecipazione non solo dei consiglieri comunali in rappresentanza della maggioranza ed opposizione ma anche figure tecniche quali: commercialisti,  avvocati , tecnici e sindacati   Solo dopo i risultati della commissione potremmo, finalmente, archiviare, almeno, gli aspetti contrattuali della vicenda della centrale a carbone e se il polo energetico a Civitavecchia potrà ancora avere un futuro”.

    L’INTERVENTO – “Noi vogliamo che questo consiglio serva, a fare il punto sugli impegni assunti da ENEL e dai Ministeri competenti e non mantenuti. Ripartiamo da lì.

    La città si è accollata un grave sacrificio consentendo la riconversione a carbone ma lo ha fatto a condizioni precise, con le famose compensazioni , di cui ora non si parla più e che riteniamo opportuno ricordare :

    1- Il DEC/VIA 680, documento fondante del Ministero Ambiente dice a pag.14: “
    che per quanto riguarda la fase di fine esercizio la Società, ovvero ENEL, dichiara che la durata della vita dell’impianto di produzione, dal punto di vista economico e industriale, è prevista in 25 anni ed essendo l’esercizio iniziato il 22 giugno 2009 i 25 anni scadono a giugno 2034); tale concetto è stato riportato poi, da parte del Comune di Civitavecchia nel verbale della Conferenza di servizi del 2.03.2013 presso il Ministero dell’Ambiente.

    2- Lo stesso documento prevedeva come unica eccezione la valutazione della “…possibilità di proseguire l’attività attraverso interventi di “revamping” ed ammodernamento dei macchinari.” Il concetto di “ revamping” ,secondo i principali dizionari sta ad indicare un ammodernamento degli impianti e dei macchinari ai fini di accrescerne l’efficienza.

    Non è certo, quindi, la costruzione di nuovi gruppi a turbogas alimentati da un nuovo gasdotto che possa rientrare nel termine di Revamping. Riteniamo che il Consiglio Comunale debba ribadire, ufficialmente, attraverso un voto, che nel momento in cui le direttive europee impongono la decarbonizzazione è da ritenersi che il polo energetico a Civitavecchia abbia concluso il suo ciclo.

    Un ciclo durato, peraltro, oltre 70 anni, troppo per un territorio come il nostro fortemente vocato al traffico portuale. Si deve poi ribadire che il territorio, oltre 120 ettari, per così lungo tempo sottratto alla sua naturale vocazione portuale venga restituito alla crescita delle attività portuali.

    Contemporaneamente a tale presa d’atto è fondamentale che il Consiglio si faccia carico della verifica dello stato di attuazione delle opere compensative previste in sede di approvazione della trasformazione di TVN a carbone.

    Per quel che riguarda il capitolo delle opere compensative che Enel avrebbe dovuto fare alla città bisogna tornare ad una attenta analisi delle PRECEDENTI convenzioni sottoscritte, quella del 19 giugno 2003, quella del 15 novembre 2007 e quella del 14 aprile 2008, mentre riteniamo che la quarta, del 17 dicembre 2015, incredibilmente definita: SCHEMA DI ATTUALIZZAZIONE E INTERPRETAZIONE DELL’ACCORDO TRA ENEL E COMUNE DICIVITAVECCHIA e più avanti definita “ transazione” che abbona all’ENEL i famosi 300milioni da investire in energie alternative non debba essere in alcun modo considerata.
    Su questo ritengo che occorra fare molta chiarezza.

    Ricordiamo alcuni degli obblighi convenzionali disattesi :
    a) Realizzazione parco pubblico per 40 ettari.
    b)Pista ciclabile.
    c)Porticciolo diportisti (ora più che mai d’attualità).
    d)Presidio sanitario.
    e) Campus formativo di 6 ettari con scuola Management ENEL ( nota ENEL
    28.06.2011 PROT. 28482),
    f) Eliporto.
    g) Insediamento imprese start-up.
    h) Il trattamento delle acque reflue del depuratore al fine di utilizzarle come acqua industriale.
    i) La bonifica del sito Fiumaretta.
    l) La bonifica del sito ex Parco Nafta.
    m) Fra tutte le opere previste nel capitolo delle compensazioni mi preme ricordare, anche la mancata realizzazione della DARSENA GRANDI MASSE che avrebbe realizzato un’area di oltre 50 ettari da destinare allora allo stoccaggio degli sfusi, ora al traffico container.

    Un’opera d’ingegneria importante che doveva essere costruita e gestita da una società allora composta in parte da soggetti privati e per il 25% da Enel.

    La mancata realizzazione dell’opera e del relativo molo frangiflutti ha obbligato la realizzazione dei grandi carbonili ovvero quelle tensostrutture di colore bianco che si scorgono a ridosso dei gruppi di combustione della centrale e che hanno contribuito anche loro ad inquinare l’aria della città con la fuoriuscita di polvere di carbone. Senza tener conto della perdita derivata dal mancato investimento sia in termini economici sia in termini di lavoro per le maestranze e le imprese.

    Ci tengo a sottolineare che tutte le mie affermazioni appena dichiarate sono tutte suffragate da una documentazione corposa e dettagliata che è agli atti e che se necessario, sono in grado di mostrare. Ci sembra inoltre, fondamentale ribadire che nella fase di transizione fino alla dismissione definitiva della centrale a carbone, vada mantenuto da parte di ENEL il carico occupazionale.

    Adesso sta avvenendo tutto il contrario: con il diminuito consumo di carbone, si penalizzano i lavoratori addetti alla sua movimentazione. Ciò non è possibile: ENEL si deve far carico, da subito, del mantenimento del livello occupazionale di quando la Centrale lavorava a pieno regime, cominciando da subito a promuovere la riqualificazione dei Lavoratori, impegnandosi già da adesso nella direzione della logistica, per la quale, la disponibilità di aree retroportuali, ha fatto nascere il progetto di un terminal logistico (Distripark) per il quale è stato già avviato uno studio di fattibilità dal “Centro di Ricerca per il Trasporto e la Logistica”dell’ Università La Sapienza di Roma”.

    Lancio qui la proposta di un Consiglio Comunale Aperto dedicato proprio al tema della logistica e del Distripark come alternativa al Polo Energetico che ha sempre dominato il territorio e che ormai dà segni di cedimento sia dal punto di vista occupazionale che industriale. E’ arrivato il momento, e concludo, che alle tante chiacchiere di questi ultimi decenni comincino a seguire fatti, fatti concreti. E niente di più concreto può esserci se non l’uscita definitiva della città dalla monocultura energetica.
    E su questo la città non può essere lasciata sola. Al suo fianco devono esserci soprattutto le istituzioni superiori, prima fra tutte la Regione. Ma anche il Governo e quale migliore occasione dell’attuale, che vede un Governo nel quale sono rappresentate praticamente tutte le forze politiche per arrivare a ricompensare Civitavecchia di quanto ha dato per 70 anni assicurando l’energia al Paese?”