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    Sanità
    21 Dicembre 2021
    Piendibene, Di Gennaro e Scilipoti lanciano l'allarme in vista dei cambiamenti in atto nel nosocomio cittadino
    Ospedale San Paolo, i consiglieri del Pd: ”Dieci posti letto covid, decisione che andrebbe rivista”

    CIVITAVECCHIA – I consiglieri del Partito democratico di Civitavecchia Piendibene, Di Gennaro e Scilipoti criticano la decisione di aprire dieci posti letto Covid all’ospedale San Paolo di Civitavecchia. Dopo l’allarme dei giorni scorsi si trattava di una questione di tempo prima che si tornasse a parlare della riapertura, la quarta, di un reparto covid. La situazione è ancora in itinere ma certamente i casi sono tanti e la scoperta di un nuovo positivo nel reparto di medicina sembra aver accelerato la decisione.

    “Come era prevedibile – scrivono dal gruppo consiliare dem – il Covid19 ha causato e continua causare numerosi ed importanti problemi al sistema sanitario che vanno oltre la specificità della stessa pandemia. Questi problemi sono ancora più rilevanti in territori, come la ASLRoma 4, con un numero di posti letto ospedalieri nettamente inferiori rispetto alle previsioni normative e, soprattutto, rispetto ad altri contesti regionali del Lazio che possono disporre di una dotazione di posti letto superiore. Se a ciò si aggiunge anche la perdurante carenza di personale sia medico che infermieristico, si comprende come la decisione di attivare 10 posti letto Covid nell’ospedale san Paolo non risolverebbe il problema dei ricoveri Covid ma certamente ridurrebbe in maniera intollerabile le altre attività assistenziali sia mediche che chirurgiche con grave danno per i pazienti”.

    Per i consiglieri del Pd Piendibene, Di Gennaro e Scilipoti così facendo, però, si “produrrebbe un allungamento dei tempi per interventi chirurgici anche per patologie neoplastiche, il trasferimento in altri ospedali di pazienti con patologie internistiche ed un ulteriore stress lavorativo per gli operatori sanitari già oberati di responsabilità. Queste, dunque, sarebbero le conseguenze di una decisione che, a nostro giudizio, andrebbe rivista anche nell’ottica di una più appropriata redistribuzione degli oneri assistenziali sulla base – concludono i dem – di una valutazione complessiva delle risorse disponibili per ogni struttura sanitaria”.

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