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    Energia e ambiente
    21 Gennaio 2022
    Entra in vigore la legge che ne vieta produzione e vendita. Previste per i trasgressori multe fino a 25mila euro
    Stop alla plastica monouso, cosa non sarà più possibile acquistare

    Stop alla plastica monouso non compostabile e biodegradabile. L’Italia si adegua e recepisce la direttiva Sup (Single Use Plastic) con la quale l’Europa mira a ridurre notevolmente l’impatto di determinati prodotti di plastica sull’ambiente, preservando mari e oceani. Da domani, dunque, non sarà più possibile acquistare: posate, piatti, cannucce ed altri prodotti in plastica anche “oxo-degradabile” (ovvero le materie plastiche contenenti additivi che attraverso l’ossidazione comportano la frammentazione della materia plastica in microframmenti), i bastoncini cotonati (cotton fioc), agitatori per bevande, aste da attaccare a sostegno dei palloncini, alcuni specifici contenitori per alimenti in polistirene espanso, contenitori e tazze per bevande in polistirene espanso e relativi tappi e coperchi. Il divieto non si limita alla sola produzione e all’utilizzo nella gastronomia e nella ristorazione da asporto ma anche alla vendita da parte di supermercati e negozi. Le scorte dei prodotti potranno essere smaltite dai venditori purché possano comprovarne l’effettiva immissione sul mercato in data antecedente al 14 gennaio 2022. E per chi non rispetta le regole sono previste multe che andranno da 2.500 a 25.000 euro. La strategia europea mira a contrastare l’inquinamento dei nostri mari e oceani. Si stima infatti che la plastica che galleggia negli oceani si aggiri tra i 5 e i 13 milioni di tonnellate e che la metà di questa sia composta proprio da plastica usa e getta. Il decreto legislativo di attuazione della direttiva europea Sup contiene, spiega Paolo Barberi, presidente Fise Unicircular (Unione Imprese economia circolare), “importanti disposizioni che comportano l’uscita dal commercio di determinati prodotti in plastica monouso, comprese le oxo-plastiche (ossia quelle non biodegradabili). Ma per l’economia circolare il vero passo in avanti compiuto dal decreto è l’imposizione dell’obbligo di contenuto minimo di materiale riciclato nella produzione di contenitori per bevande (almeno il 30% entro il 2030)”. “Certo, si tratta di una scadenza ancora lontana, ma molte aziende produttrici, più sensibili ai cambiamenti del mercato e alle tendenze green dei consumatori, si stanno già muovendo in tal senso. L’introduzione di questo obbligo – aggiunge Barberi – rappresenta un segnale importante anche per altri settori: per la nostra associazione l’obbligo di utilizzare, ove tecnicamente fattibile, i materiali da riciclo al posto di quelli vergini rappresenta uno strumento fondamentale, forse il più importante, per la transizione ad un’economia veramente circolare”.

    “Mi auguro che anche per altre categorie merceologiche che interessano quantitativi enormemente maggiori (ad esempio gli aggregati nelle opere pubbliche, ma non solo) vengano assunte posizioni analoghe” conclude il presidente di Fise Unicircular.