CIVITAVECCHIA – “Per un territorio che esprime ben tre consiglieri regionali, che vede il Comune e la Asl di competenza contrari, che soffre già pesantemente degli effetti nocivi delle imponenti ricadute degli impianti inquinanti presenti, sarebbe veramente intollerabile”. Il riferimento è al possibile parere positivo anticipato dalla Regione Lazio e relativo al progetto di Ambyenta Lazio per un biodigestore in località Monna Felicita. Comitato Sole e Forum Ambientalista non ci stanno e, in vista della nuova riunione della conferenza dei servizi programmata per venerdì ribadiscono la contrarietà a questo tipo di iniziativa: un mega impianto da 120.000 tonnellate annue di rifiuti organici in un comprensorio che ne produce solo 7.000.
“Si andrebbe ad aggiungere altro significativo impatto ambientale in un territorio già gravemente compromesso – spiegano – il rinvio della conferenza dei servizi si è reso necessario per l’assenza del Rappresentante Unico Regionale incaricato di esprimere il parere unico ed ufficiale della Regione Lazio. Una assenza pesante quanto significativa che preannuncia un esito che vede la stessa Regione rendersi responsabile di un consenso all’autorizzazione. Il Comune, presente con lo stesso sindaco Tedesco, ha confermato la propria netta contrarietà, pronto ad usare tutti i mezzi legali per impedire il nuovo danno. Così pure la Asl che ha presentato un documento che, illustrando la precaria condizione sanitaria della popolazione, evidenzia come non sia più possibile aggiungere ulteriori fonti inquinanti in un territorio già gravemente compromesso. Al contrario, purtroppo, anche se per ora in maniera ufficiosa, è stato preannunciato il parere positivo della Regione Lazio; un parere che evidentemente condizionerà l’esito finale della conferenza dei servizi. Non comprendiamo come sia possibile che il parere di valutazione d’impatto ambientale dell’impianto possa avere esito favorevole in presenza di un diniego dell’autorità sanitaria e ci chiediamo quali siano i criteri con cui è stata condotta l’istruttoria di merito. Non vi è dubbio che la tutela della salute debba essere prevalente rispetto a tutti gli altri interessi in gioco. Ci domandiamo se la Regione, invece, la pensi diversamente hanno concluso – e, sovvertendo le priorità e violando i principi di corretta gestione dei rifiuti che essa stessa si è data col Piano regionale dei rifiuti, voglia assumersi la responsabilità di agire contro la volontà unanime della popolazione”.
Per la Uil servono progetti alternativi per il territorio. “Civitavecchia è un territorio che ha già dato, e ha dato tanto – ha infatti sottolineato il segretario generale della Uil Civitavecchia, Giancarlo Turchetti – in termini di salute e territorio. Diciamo no al biodigestore. No per l’impatto che può avere sul territorio. Un territorio, come quello di Civitavecchia, già martoriato di suo, e da anni. No, perché non porta sviluppo e occupazione. Servono invece progetti che rispettino il territorio e creino quella crescita occupazionale compatibile con l’ambiente e la salute che la città di Civitavecchia chiede da decenni e che merita”. Dalle emissioni del porto oppure alla centrale a carbone “che stiamo tentando, con una battaglia che dura ormai da più di tre anni, di far riconvertire in energia pulita e in in turbogas. Dobbiamo cercare percorsi di sviluppo alternativi – ha concluso – per evitare di condannare per sempre un territorio che così rischia l’impoverimento e l’isolamento da tutto il resto. Una specie di servitù affacciata sul Mediterraneo”.
È il Movimento cinque stelle a chiedersi come possa la Regione Lazio chiudere un procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) in maniera positiva quando il parere della Asl Rm4 è nettamente negativo. “Questa è la domanda principale che ci poniamo come Gruppo consiliare, in merito alla conferenza dei servizi che si sta tenendo in Regione circa l’autorizzazione alla realizzazione del progetto presentato da Ambyenta Lazio – spiegano i grillini – un progetto spropositato per le esigenze del territorio e che ha ricevuto i pesanti no di Comune, Asl e Sovrintendenza. Ci fa piacere che finalmente tutti siano concordi con quanto da noi dichiarato ormai da diversi anni: ossia che lo studio del Dipartimento di Epidemiologia del 2016 di fatto chiude a qualsiasi altro impianto inquinante sul nostro territorio e sul fatto che il famoso regio decreto, che tanto ci è stato rinfacciato in passato, è lo strumento più potente in mano al Sindaco per tutelare i propri concittadini. Ribadiamo il nostro sostegno a tutti quanti andranno in questa direzione: no al biodigestore, no ad impianti sovradimensionati rispetto alle esigenze del nostro territorio”.