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    Energia e ambiente
    28 Gennaio 2022
    Biodigestore, comitati ambientalisti sul piede di guerra

    CIVITAVECCHIA – Un nuovo attacco alla salute e all’ambiente lo definiscono da No al fossile e Friday for Future. “Nonostante il parere negativo della Asl, che ha anche messo per iscritto le criticità sanitarie del nostro territorio, nonostante le osservazioni dei comitati e l’opposizione del Comune di Civitavecchia, la conferenza dei servizi, grazie soprattutto al parere favorevole della Regione Lazio, ha stabilito che il biodigestore si farà – hanno tuonato – in questo modo, un territorio come il nostro, già fiaccato da fonti inquinanti pesantissime di ogni tipo, sarà invaso da ben 120000 tonnellate di rifiuti umidi ogni anno. Rifiuti che, a fronte delle 7000 tonnellate annue prodotte dal comune di Civitavecchia, arriveranno praticamente da tutta la regione andando, tra l’altro, ad aumentare inevitabilmente il già impattante traffico dei mezzi pesanti sul nostro comprensorio. Consideriamo questa decisione un insulto alla nostra città, al nostro territorio, alla nostra intelligenza e alla nostra dignità di cittadini e cittadine. Avvisiamo però i responsabili di questa ennesima angheria ai nostri danni, che la partita non è finita. Infatti, a partire da eventuali ricorsi al Tar, sosterremo in ogni sede, con forza e unitamente agli altri comitati territoriali, tutte le prossime iniziative di opposizione a questo vero e proprio atto di prevaricazione istituzionale. Oggi una parte della Regione Lazio ha, per l’ennesima volta, considerato Civitavecchia come una città di serie B – hanno concluso – a questi signori, ai loro tatticismi, ai loro interlocutori privati risponderemo presto con la coesione, la mobilitazione e la forza di un territorio che di soprusi e inquinamento non ne può veramente più”.

    “La conferenza dei servizi è indecorosamente finita; ora inizia la guerra, nelle piazze così come nei luoghi deputati, uffici o aule giudiziarie che siano”. È quanto sottolinea il comitato Sole. “Una conclusione indecente e inaccettabile – spiegano dal comitato – risultato di un procedimento anomalo nei tempi e nei modi, che ha ignorato, anche in deroga alla normativa vigente, ogni parere contrario espresso dai Comuni del comprensorio, dalla Sovrintendenza, dalla Asl RM4 che ha argomentato il proprio diniego con i risultati allarmanti delle patologie registrate dallo studio dell’Osservatorio epidemiologico regionale, dal Comune di Civitavecchia che ha posto vincoli urbanistici e, infine, cosa ancor più grave,  dallo stesso Sindaco, intervenuto personalmente per porre il divieto di attivazione dell’impianto ai sensi del RD 1265/1934. Un procedimento e una conclusione che è difficile definire anche solo assurda e che rasenta l’illegittimità: pareri degli uffici regionali  competenti per aspetti fondamentali della tematica quali la Gestione dei Rifiuti e la Valutazione Ambientale non pervenuti, altri pareri e documentazione inviati all’ultimo minuto, decisione finale assunta dal Responsabile del Procedimento senza motivazioni e soprattutto senza tener conto dell’obbligatoria acquisizione, come invece prescritto dall’art 29 quater c.6 del Dlgs.152/2006, del divieto di attivazione del Sindaco. Nessuna programmazione del ciclo dei rifiuti secondo gli interessi pubblici previsti nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, ma solo adesione all’assalto dei privati nell’ “affare monnezza”. In altre parole diritti costituzionalmente garantiti quali la salute, il paesaggio, la tutela del territorio, arrogantemente spianati agli interessi economici di un privato, con la complicità degli uffici regionali. Il tutto in un silenzio assordante dell’Amministrazione Regionale, oltreché della Città metropolitana, degli assessori competenti, del presidente Zingaretti. È loro la grave responsabilità di non aver fornito indirizzi e di lasciar gestire alle aree tecniche della Regione processi importanti di decisione le cui conseguenze ricadono sulla pelle dei cittadini amministrati. Una dichiarazione di guerra a questi nostri luoghi, davanti alla quale non rimarremo inermi e contro la quale, ancora una volta – hanno concluso – cercheremo di riunire tutte le forze sane di questo territorio percorrendo tutte le strade possibili: da quelle amministrative a quelle giudiziarie”.