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    Porto
    15 Febbraio 2022
    INTERPORTO Cfft traccia il bilancio dei primi tre anni: la piattaforma sta recuperando il terreno perso
    Da cattedrale nel deserto a volano di sviluppo

    Una struttura che in pochi anni, complice un interesse concreto e professionalmente valido, giusti investimenti e spirito di iniziativa, è decollata, recuperando il terreno perso in passato e riconquistando lo spazio che naturalmente gli spetta, anche solo per la sua posizione centrale, a due passi dal porto di Civitavecchia. L’ingresso circa tre anni fa di Civitavecchia Fruit & Forest Terminal all’interno dell’Interporto di Civitavecchia ha segnato la svolta per la struttura, abbandonata per anni e che mai, nonostante le potenzialità, è riuscita ad essere un punto di riferimento per il settore. Circa 3 milioni di investimento, oltre a quanto speso per acquisire la piattaforma dal fallimento, sei magazzini a disposizione, circa 80 persone al lavoro tra il terminal del porto e l’hub logistico: sono questi i numeri di una realtà che sta riconquistando il mercato grazie alle risposte in grado di fornire ai clienti. «Abbiamo rimesso in moto questa struttura -hanno spiegato i vertici della società rappresentati da Steven Clerckx, Sergio Serpente e Gianluca Rossi – da cattedrale nel deserto a punto di referimento per la logistica». C’è un magazzino interamente dedicato all’abbigliamento maschile, multilevel con reparto stesi e reparto appesi: da qui partono i carichi per i vari punti vendita d’Italia. Poi ci sono quelli per refrigerato e congelato, con temperature fino a -25°; clienti importantissimi, in tutti i settori, stanno “riscoprendo” la strategicità di una piattaforma al centro del Mediterraneo. «Se anche solo il 10% dei container che sbarcano in porto rimanessero in città – hanno aggiunto – l’occupazione ne gioverebbe molto: un solo container sviluppa 50 pedane per 3-4 persone impiegate». Restano dei nodi da sciogliere. Dal punto di vista infrastrutturale è fondamentale completare la Civitavecchia-Orte e, soprattutto, far sì che i binari ferroviari oggi presenti nel piazzale diventino operativi, aspetto questo che potrebbe essere risolto attraverso l’intervento per l’ultimo miglio. E poi la questione illuminazione e sicurezza della strada che porta all’interporto e la riapertura della galleria chiusa da anni in zona industriale. Infine la questione legata al reingresso nell’Unione interporti riuniti, di cui Civitavecchia era fondatrice; dopo la sospensione voluto dalla precedente gestione, la nuova proprietà ha subito chiesto di tornare a farne parte. Eppure, a tre anni di distanza, il reigresso no è ancora stato accordato, penalizzando di fatto la piattaforma del centro Italia.

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