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    Porto
    22 Febbraio 2022
    Cantiere ex Privilege, obiettivo rendere produttiva l’area

    CIVITAVECCHIA – Quale sarà il futuro dell’area finora occupata dal cantiere ex Privilege all’interno del porto? È questa la domanda che risuona da ieri in città, alla luce della decisione dell’Autorità di sistema portuale di procedere con la decadenza della concessione demaniale alla Konig, la società maltese che nel 2018 subentò dopo il fallimento della Privilege Yard – chiudendo così il procedimento amministrativo iniziato lo scorso mese di ottobre. Procedimenti che Molo Vespucci aveva avviato ritenendo che la condotta della società si sia sostanziata in un perdurante inadempimento degli obblighi dedotti in concessione, costituendo motivo di decadenza ai sensi dell’articolo 47 del Codice della Navigazione. Adesso si apre una fase nuova. Gli uffici dovranno mettere in moto la macchina burocratico amministrativa per procedere alla riacquisizione dell’area, anche se il P430 – scheletro di ferro di un magayacht mai concluso – rimane di proprietà della Marine Goddess. Un aspetto questo che andrà chiarito. Così come dovrà essere messa in conto una possibile opposizione della Konig alla decadenza stessa della concessione. Il cantiere è rimasto improduttivo in tutti questi anni, almeno per il porto ed il territorio. A fronte dell’unico vero costo sostenuto dalla società, legato al canone demianiale, infatti, si parla comunque di ricavi per circa 1,8 milioni di euro all’anno dall’impianto fotovoltaico presente nel cantiere. Oggi l’Authority vuole voltare pagina e potrebbe, ad esempio, procedere poi con una nuova manifestazione di interesse per capire se vi siano o meno possibili nuovi e seri investitori che vogliamo rendere produttiva l’area. «Finalmente è stata presa una decisione – ha commentato il segretario della Fiom Cgil Giuseppe Casafina – rimaniamo convinti che nel nostro porto, con le sue caratteristiche di essere uno scalo multifunzionale, si possa sviluppare la cantieristica: bisogna continuare a giocare questa partita». Cantieristica sì, ma in altre aree del porto. Di questo è convinto il presidente della Cilp Enrico Luciani, tra i primi a battersi per la decadenza della concessione. «Il fallimento di quel progetto è sempre stato evidente – ha commentato – un’operazione fallata, senza una reale programmazione. Ora quegli 11 ettari al centro del porto vengano sfruttati pensando a quello che serve realmente al nostro scalo, per renderlo più competitivo e dinamico».

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