Pretendono risposte formali, ufficializzate in un piano industriale che ritengono opportuno venga condiviso preventivamente con le parti sociali. Le segreterie territoriali/regionali di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil, categorie degli elettrici, si rivolgono direttamente ad Enel. Nei giorni scorsi si è svolto il primo incontro regionale – visti anche il quadro di incertezza attuale dopo il gas e per via della crisi ucraina – e i sindacati hanno posto tutta una serie di domande e considerazioni alla parte datoriale da cui si aspettano risposte certe in tempi assolutamente rapidi. «Enel presenti un piano di investimenti credibile e tangibile sul futuro della centrale e dell’area della centrale – hanno spiegato – ci sarà un allungamento dei tempi di esercizio della centrale a carbone? Enel a Civitavecchia ha veramente intenzione di superare la produzione a carbone o si rimetterà solo alle richieste di Terna approfittando della costante richiesta di energia? Quando e come si fermerà l’impianto a carbone e soprattutto a quando un piano di bonifiche e di riqualificazione dell’ambiente? Ci saranno investimenti sulle rinnovabili? Questa volta vogliamo un piano con cifre e tempistiche. Idrogeno, sistemi di accumulo, fotovoltaico e eolico offshore sono le soluzioni che Enel ha individuato per iniziare veramente a ragionare su come realizzare un polo energetico che possa garantire la transizione energetica? I livelli occupazionali devono avere un incremento, iniziando anche a pensare a reinternalizzare quelle attività compatibili, laddove possibile. Questo oggi è quello che ci attendiamo dall’Enel, che non deve abbandonare il territorio provocando una desertificazione del tessuto sociale ed industriale di una realtà – hanno concluso – che è stata e dovrà continuare ad essere un nodo strategico della produzione di energia in Italia».
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