CIVITAVECCHIA – Oggi pescherecci tutti ormeggiati in banchina. Non esce nessuno. Lo sciopero arriva anche a Civitavecchia. Lo avevano promesso: se la situazione non fosse rientrata sarebbero stati pronti a tirare i remi in barca. Questo quanto deciso a livello nazionale da tutte le marinerie che, già da settimane, si stanno incontrando nei vari porti – come avvenuto anche a Civitavecchia – per affrontare quelle che sono le criticità di una categoria già in sofferenza e che oggi deve fare i conti con un caro carburante arrivato a costi record. Due settimane fa il prezzo del gasolio era attorno a 0,80 euro, pur essendo a prezzo agevolato per chi lo utilizza solo per lavoro.
«Lo scorso anno lo pagavamo circa 0,45-0,50 centesimi al litro – ha spiegato il presidente della cooperativa Marinai e Caratisti di Civitavecchia, Salvatore Cicatello – oggi siamo arrivati a 1 euro e non è escluso che nei prossimi giorni arrivi anche a 1,10 euro. Costi impossibili da sostenere per la categoria. Per questo abbiamo deciso di scioperare lunedì; nessuno lascerà il porto, in nessuna parte d’Italia». Un segnale forte, con i pescatori che non si fermano qui, pronti ad alzare il tiro in caso di mancate risposte ai tanti problemi del settore. Se si pensa che il costo del carburante incide per il 60% sul fatturato, con questi prezzi – lo hanno detto più volte – conviene restare a terra, perché ogni uscita in mare rappresenta una remissione.
Intanto quella che si apre sarà una settimana chiave anche per un’altra categoria, quella degli autotrasportatori. Oggi infatti scadono i sette giorni concessi da Assotir e consorzio locale alla committenza, dopo l’ennesimo grido d’allarme lanciato lunedì scorso e contenuto in un documento unitario firmato da circa 40 imprese operanti nello scalo portuale per chiedere una revisione delle tariffe, a fronte degli insostenibili aumenti del costo del gasolio che impediscono alle imprese di ricavare utili dai servizi svolti. Gli autotrasportatori, firmatari del documento, hanno dato una settimana di tempo ai propri clienti per rispondere, pronti a sospendere il servizio.
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