DARIA GEGGI
Fino a domani tutti fermi. Questo è stato deciso a livello nazionale dalle marinerie di tutta Italia, a seguito dell’incontro con il sottosegretario alle Politiche Agricole Francesco Battistoni. I pescatori, riuniti a Roma, hanno deciso quindi di proseguire la serrata iniziata lunedì in segno di protesta soprattutto per un caro-gasolio che li ha letteralmente messi in ginocchio. Alla luce delle proposte annunciate dal Governo, come il provvedimento ministeriale d’urgenza che prevede anche un possibile sostegno finanziario di 20 milioni di euro per le imprese di pesca colpite oltre che dall’emergenza sanitaria anche dalla crescente crisi energetica, venerdì la categoria si ritroverà di nuovo per un’assemblea questa volta ad Ancona. Intanto il fermo ha portato alle prime evidenti conseguenze.
È bastato fare un giro ieri mattina al mercato ittico per vedere banchi praticamente vuoti o addirittura chiusi: davvero strano per essere mercoledì, uno dei giorni di maggiore afflusso. Con i pescherecci fermi in darsena, infatti, pesce fresco non ce n’è. E bisognerà ancora attendere.
Martedì è stato il sindaco Ernesto Tedesco, accompagnato dai consiglieri Antonio Giammusso e Pasquale Marino, a recarsi nei locali della cooperativa Marinai e Caratisti e in banchina per incontrare i pescatori. “I problemi che mi sono stati prospettati sono molteplici e di varia natura – ha spiegato il Sindaco – ed hanno a che fare sia con direttive Ue che con l’attuale impennata dei pezzi del carburante, oltre ad altri aspetti strutturali e funzionali specifici di Civitavecchia. Certo è che non possiamo permetterci di far soffrire un’economia che a Civitavecchia dà da mangiare direttamente a circa 60 operatori, più l’indotto che vi ruota attorno. Ho avuto un colloquio telefonico con il senatore Francesco Battistoni, sottosegretario alle politiche agricole e forestali. Spero pertanto di poter portare al massimo livello le istanze di una categoria che lavora duramente e che rappresenta peraltro un simbolo portante della nostra città”.
Solidarietà e vicinanza alla flotta dei pescherecci cittadina è arrivata anche dalla politica locale. “Lo sciopero che sta bloccando tutte le attività di pesca – hanno sottolineato dal Pd – è un grido di dolore che non può e non deve rimanere inascoltato. Il costo del carburante (raddoppiato in meno di un anno) ha raggiunto un livello tale da azzerare quasi totalmente i profitti, rendendo di fatto non remunerativa l’attività di pesca. Una tradizione pluriennale che attraverso sacrificio e passione offre lavoro e sussistenza a decine di famiglie, rischia di essere spazzata via insieme alla storia ed alla ricchezza che rappresenta. Non possiamo permetterci di perdere tutto questo. Non possiamo permetterci di perdere la nostra storia”.
D’altronde, come sottolineato anche dal gruppo consiliare del M5S, “i pescatori civitavecchiesi rappresentano un’eccellenza che va assolutamente tutelata. Il settore della pesca civitavecchiese – hanno aggiunto – è già stato messo in forte crisi con l’annuncio dell’estensione del fermo biologico da parte dell’Europa, e l’eccessivo rincaro del gasolio ha rappresentato per questa categoria il colpo di grazia. La marineria civitavecchiese rappresenta un fiore all’occhiello per la pesca italiana, sia per l’elevata qualità del pescato, sia per le regole autoimposte, che a discapito dei guadagni, aiutano a rispettare l’ecosistema marino. C’è assolutamente bisogno di dare voce a questa categoria con la massima urgenza”.