CIVITAVECCHIA – Una situazione giorno dopo giorno sempre più incandescente. Il caro carburante sta avendo un effetto domino: problemi e criticità si moltiplicano di giorno in giorno.
Dopo la serrata dei pescherecci, da una settimana fermi in Darsena romana, da lunedì si aggiungerà anche il fermo dell’autotrasporto. Lo avevano annunciato già nei giorni scorsi dal consorzio cittadino e da Assotir, facendo riferimento alla necessità di garantire risposte certe ed immediate per un settore in grande sofferenza.
«Non ce la facciamo a sostenere questi aumenti indiscriminati, cui si è aggiunta la scarsità di prodotto per i tagli delle forniture operati dalle compagnie petrolifere – ha sottolineato Vincenzo Siciliano, presidente di Cna Fita di Viterbo e Civitavecchia, a capo del Consorzio Autotrasportatori di Civitavecchia – il Governo ha il dovere di aiutarci con interventi immediati e, allo stesso tempo, di contrastare e sanzionare le sacche di speculazione. Qui è ko l’intera filiera. Da lunedì prossimo, i mezzi degli autotrasportatori che operano al porto di Civitavecchia resteranno nei piazzali. Impossibile viaggiare alle condizioni attuali». U
n fermo che anticipa di fatto le manifestazioni previste in tutta Italia annunciate dall’autotrasporto merci per sabato prossimo, 19 marzo, ed il confronto tra categoria e Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili.
«Ci vogliono misure straordinarie, subito, a partire da un credito d’imposta del 30% sul prezzo industriale del gasolio – ha commentato Luigia Melaragni, segretaria della Cna di Viterbo e Civitavecchia – perché la situazione è drammatica. Diventa ogni giorno più difficile, per le nostre piccole e medie imprese, sopravvivere ai continui rincari del costo del carburante.Le aziende di autotrasporto lavorano, ormai, in perdita. «Abbiamo avuto un colloquio con una impresa di Orte che ha dovuto bloccare l’attività – ha aggiunto Melaragni – e impiegare gli autisti nella manutenzione dei mezzi, perché non riesce a far fronte all’impennata dei prezzi e a farsi riconoscere i maggiori costi dalla committenza. Altre aziende, come appunto quelle del litorale, ci hanno comunicato che lunedì saranno costrette a compiere la stessa scelta. Siamo in presenza di una crisi – ha concluso – che ha ripercussioni molto pesanti sul tessuto socio-economico. Il governo è tenuto a varare con urgenza i provvedimenti che abbiamo chiesto, per scongiurare che la situazione per le imprese diventi del tutto ingestibile».