«Le centrali di Brindisi e Civitavecchia stanno producendo al loro massimo già da qualche mese – ossia da prima della crisi Ucraina – e se non raggiungono i precedenti livelli di generazione è solo per problemi tecnici e di approvvigionamento». Ne è convinta l’Usb, intervenendo nel dibattito sulla crisi energetica nazionale e sulla produzione di Tvn, centrale che «viaggia a una media di 3/4 navi carboniere al mese, altro che scarto ridotto – spiegano dal sindacato – e sicuramente avrebbe prodotto assai di più senza avarie e limiti impiantistici dovuti a insufficienti investimenti. Ora, pur comprendendo le ragioni che nella situazione attuale spingono a un temporaneo rilancio del carbone, vogliamo sottolineare due aspetti – spiegano dal sindacato – primo, la centrale sta funzionando in una situazione di stress operativo insostenibile: il personale Enel è ridotto della metà rispetto a quello di pochi anni fa, i lavoratori in appalto sono ugualmente diminuiti e le stesse imprese con il calo delle attività hanno finito per indebolirsi». Secondo Usb l’organizzazione del lavoro non può reggere all’attuale aumento della produzione. Specie con riguardo alla sicurezza. «Crediamo che Tvn stia macinando lauti profitti – aggiungono – Enel investa quindi adeguatamente per le manutenzioni e soprattutto incrementi gli occupati, sia diretti che delle imprese appaltatrici, portandoli ad un livello consono al regime di funzionamento degli impianti». Inoltre, secondo il sindacato, l’attuale ripresa della produzione non può cancellare dall’agenda i temi del fine carbone e di uno sviluppo sostenibile, che città e Regione Lazio vogliono fondato sulle rinnovabili. «Chiediamo che l’azienda elettrica faccia a Civitavecchia quello che ad esempio sta per fare a Catania – sottolineano – dove grazie ai fondi europei trasformerà in Gigafactory la fabbrica di pannelli fotovoltaici solari 3SUN – di cui è comproprietaria – aumentandone la produzione di ben 15 volte e creando così 1.000 nuovi posti di lavoro diretti. E probabilmente altrettanti nell’indotto. Secondo la Convenzione quadro del 2008 in questo territorio si sarebbe dovuto realizzare un Centro di “eccellenza” per le energie alternative. E invece dobbiamo restare a guardare: l’inquinamento a Civitavecchia, il lavoro altrove».
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