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    Economia e Lavoro
    16 Marzo 2022
    I dati raccolti dalla Confcommercio fotografano l'incertezza delle imprese. L'80% degli intervistati teme un ulteriore aumento delle materie prime
    Commercio e turismo, la guerra mette a rischio il settore
    Luciani: ''Tante disdette per la situazione ucraina''

    CIVITAVECCHIA – Il futuro delle imprese è sempre più nebuloso tra guerra in Ucraina, caro carburante e rincari vari che rischiano di mettere nuovamente in ginocchio il settore, soprattutto il comparto turistico. È il quadro dipinto dal rapporto dell’osservatorio economico Confcommercio Roma “Istant feedback marzo”.

    Uno dei dati che emerge è il crescente clima di sfiducia e preoccupazione legato alla guerra in Ucraina. Il 66% delle imprese teme che nel 2022 l’andamento del proprio settore possa peggiorare. Le più penalizzate sono le imprese del turismo. Un dato importante su Civitavecchia, la cui economia è legata alle crociere.

    “Con la guerra – ha spiegato il presidente della Confcommercio di Civitavecchia Graziano Luciani -ci sono tante disdette nelle prenotazioni. Gli americani sicuramente non hanno la volontà di venire in Europa in questo momento e a soffrire sono i settori turistico, alberghiero e ristorazione. Tante cancellazioni ad esempio nei bed and breakfast, è un problema che colpisce la nostra economia”.

    Dal report emerge che il 51% delle imprese intervistate giudica «rilevante» il potenziale impatto della guerra in Ucraina in termini di effetti indiretti sulla propria attività. Più nel dettaglio, oltre l’80% delle imprese teme un ulteriore aumento del costo delle materie prime e delle utenze. Il 71,6% degli intervistati temi problemi per trasporti e logistica. Il 73,3% indica nei rincari dei costi energetici la causa dell’aumento del prezzo di vendita dei beni.

    “Gli aumenti – ha sottolineato Luciani – sono minimi e le forniture costanti, non esiste il rischio che si rimanga senza beni di prima necessità. Non c’è alcun bisogno di assaltare gli scaffali dei supermercati”.

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