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    Cronaca
    28 Marzo 2022
    Regione Lazio – De Vito: “Inaccettabile risposta della Giunta su affidamento minori”

    ROMA – “Bibbiano non ha insegnato nulla, sia a chi si è dovuto difendere da quelle accuse, sia a chi si è innalzato a giudice per attaccare un sistema. Anche oggi la Regione Lazio ha dato dimostrazione di non rappresentare e tutelare degnamente, come Istituzione, tutti i suoi cittadini”.

    Questa mattina, nell’Aula del Consiglio regionale, tra le question time calendarizzate si attendeva una risposta anche all’interrogazione avente oggetto “Esecuzione ed attuazione del Regolamento per l’affidamento familiare nella regione Lazio adottato con Deliberazione di Giunta regionale n. 90 del 2019” presentata dall’ex pentastellata Francesca De Vito.

    Nell’interrogazione la De Vito ha sottolineato come “gli interventi di prevenzione degli allontanamenti sono definiti dall’art.2 del regolamento allegato alla Delibera di Giunta Regionale n. 90 del 2019: la Regione Lazio, nel rispetto della raccomandazione 223.2 delle ‘Linee nazionali di indirizzo sull’affidamento familiare’, promuove ed incoraggia tutte le attività finalizzate a prevenire gli allontanamenti dei bambini dalla loro famiglia attraverso la promozione, la sensibilizzazione, la formazione e il sostegno della prossimità familiare e del buon vicinato. Promuove altresì la programmazione delle ‘risorse accoglienti’, intendendo con questo termine tutte quelle forme di accoglienza legate alla ‘vicinanza solidale’ che si affiancano alle famiglie vulnerabili e che si caratterizzano per la dimensione relazionale e la temporaneità.

    Il regolamento approvato – si legge ancora nell’interrogazione – riporta tra i suoi compiti principali quello di prevenire gli allontanamenti familiari demandando alla Direzione regionale per l’Inclusione Sociale tutti gli adempimenti necessari all’attuazione del presente atto”.

    Fatte queste premesse, la consigliera regionale nella question time di oggi ha chiesto alla giunta regionale “Cosa abbia attuato la Regione Lazio per impedire allontanamenti di minori dalle famiglie di origine garantendo tutte le tutele e i sostegni indicati all’interno del Regolamento al fine di controllare la spesa pubblica nei confronti dei Comuni che devolvono finanziamenti alle case famiglia che accolgono minori allontanati senza il rispetto delle leggi indicate, nello specifico l’articolo 1 della legge 149 del 2001, o che non predispongano adeguati piani educativo assistenziali di reintegro nella famiglia di origine, definiti “progetti quadro”, come indicato all’articolo 1 della legge regionale 41 del 2003”.

    La risposta della giunta regionale guidata da Zingaretti non ha per niente soddisfatto la De Vito. “L’amministrazione – dichiara la consigliera del gruppo Misto – risponde con una sterile e inutile lista di azioni e numeri che nulla hanno a che vedere con i drammi che lamentano centinaia di genitori, senza avere la decenza di farsi venire neppure un ragionevole dubbio. Questo, francamente, è inaccettabile. Non è possibile far finta che certe situazioni siano lontane dalla realtà. Troppo spesso- prosegue- false relazioni portano all’allontanamento dei minori dalle loro mura domestiche e dalle braccia di chi li ama, senza neppure vederli nel loro contesto familiare. È troppo facile fornire elenchi di personale formato o cifre stanziate per sostenere le strutture, è proprio qui che il sistema si deve ribaltare. Sono le famiglie che vanno sostenute, sia economicamente che psicologicamente. Smettiamola di parlare di tutela quando troppo spesso i minori sono merce che costa alle casse pubbliche, a tutto vantaggio delle case-famiglia, da 100 ai 400 euro al giorno. L’ordinanza n. 96912022 della Corte di Cassazione della scorsa settimana -ricorda – ha confermato finalmente che tutte le sottrazioni di minori effettuate con la forza, sono completamente contrarie allo ‘stato di diritto’. Anche la regione ha un potere e un dovere, quello di tutelare i minori nell’unico modo possibile, ovvero annullando i finanziamenti ai comuni che autorizzano il loro trasferimento in case-famiglia senza che si sia fatto tutto il percorso che la legge prevede, primo tra tutti, il loro ascolto e l’aiuto alla famiglia in casa propria.

    Mi auguro- conclude- di vedere in futuro azioni in tal senso e non le centinaia di migliaia di euro erogati alle strutture che privano i minori del loro bene più caro: l’amore dei genitori”.

     

    Severino Pio