ROMA – Dopo le delusioni Azzurre, con l’eliminazione per la seconda volta consecutiva dell’Italia dai Mondiali di calcio, riparte oggi la serie A con lo scontro salvezza tra Spezia e Venezia alle ore 15. Subito dopo, alle 18, scenderà in campo all’Olimpico di Roma la Lazio di mister Sarri che affronterà il Sassuolo guidato dal giovane Alessio Dionisi.
I biancocelesti provano la ripartenza dopo le critiche ricevute a seguito del pesante risultato rimediato nel derby contro la Roma prima della sosta per le nazionali. Un 3-0 netto e senza scusanti. Oggi Sarri cerca di riprendere il filo del discorso interrotto proprio nel match contro Mourinho puntando forte su Ciro Immobile che, non è un segreto, sente Formello casa sua come nessun altro posto.
Luiz Felipe non ha svolto la rifinitura per cui, quasi sicuramente, ad affiancare Francesco Acerbi al centro della difesa ci sarà Patric. Dubbi, invece, a sinistra. Ballottaggio tra Marusic e Hysaj. Il primo è nettamente in vantaggio sul secondo. Sulla corsia destra, invece, si rivedrà dal primo minuto Manuel Lazzari. In mezzo al campo Sarri dovrebbe confermare gli interpreti del derby: Leiva in cabina di regia, con Milinkovic e Luis Alberto ai suoi lati. In attacco, squalificato Pedro, insieme ad Immobile scenderanno in campo Zaccagni e Felipe Anderson.
Il match contro il Sassuolo avrà un valore emotivo importante per i tifosi della Lazio. Verrà omaggiato l’Eroe del primo leggendario scudetto della “Banda Maestrelli”. Giorgio Chinaglia, l’indimenticabile leggenda laziale scomparsa il 1 aprile del 2012. Già ieri la società ha ricordato il grande Long John così: “Dieci anni fa ci lasciava Giorgio Chinaglia, bandiera biancoceleste e vincitore del primo Scudetto della S.S. Lazio. Quel dito puntato, quel rigore battuto contro il Foggia, quei 24 gol nel 1973/74, sono immagini che il popolo biancoceleste non dimenticherà mai. Nel cuore di tutti è sempre vivo il suo ricordo”.
Mancano otto partite alla fine del campionato e la Lazio ne giocherà cinque in casa. Da oggi, per conquistare l’Europa (anche quella “meno nobile”), è vietato sbagliare.
Severino Pio