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    25 Luglio 2022
    (Adnkronos) - La procura di Roma ha aperto un’inchiesta per effettuare verifiche sull'attacco hacker all’Agenzia delle Entrate rivendicato nel dark web da LockBit, che ha sostenuto di aver sottratto tramite malware 78 giga byte di dati ...
    Attacco hacker ad Agenzia Entrate, Procura apre inchiesta
    (Adnkronos) - La procura di Roma ha aperto un’inchiesta per effettuare verifiche sull'attacco hacker all’Agenzia delle Entrate rivendicato nel dark web da LockBit, che ha sostenuto di aver sottratto tramite malware 78 giga byte di dati ...

    (Adnkronos) – La procura di Roma ha aperto un’inchiesta per effettuare verifiche sull’attacco hacker all’Agenzia delle Entrate rivendicato nel dark web da LockBit, che ha sostenuto di aver sottratto tramite malware 78 giga byte di dati e intimando un ultimatum di cinque giorni.

    Sul tavolo dei magistrati di piazzale Clodio nelle prossime ore è attesa una prima informativa degli esperti del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (Cnaipic) della Polizia Postale. I pm, una volta esaminati gli atti, potrebbero procedere per le ipotesi di reato di accesso abusivo al sistema informatico e tentata estorsione.

    In base agli elementi che emergeranno dall’informativa l’indagine oltre che al gruppo che si occupa dei reati informatici potrebbe finire anche all’attenzione di altri pool.

    Intanto l’Agenzia delle Entrate fa sapere “di aver immediatamente chiesto un riscontro e dei chiarimenti a Sogei Spa, società pubblica interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che gestisce le infrastrutture tecnologiche dell’amministrazione finanziaria e che sta effettuando tutte le necessarie verifiche”.

    Pierguido Iezzi, ceo di Swascan polo della cybersicurezza del Gruppo Tinexta, ha fatto sapere che LockBit ha pubblicato nel dark web la notizia di aver sottratto tramite malware 78 giga byte di dati dalla Agenzia delle Entrate, intimando un ultimatum di cinque giorni per il pagamento del riscatto per la restituzione di documenti, scansioni, rapporti finanziari e contratti, di cui presto verranno pubblicati degli screenshot esemplificativi del materiale rubato. In caso contrario, la consueta minaccia è di pubblicare i dati disponibili.

    “È la conferma del triste primato guadagnato da LockBit – prosegue Iezzi – divenuta nell’ultimo trimestre di gran lunga la cybergang più attiva a livello mondiale nelle attività di ransomware, con oltre 200 attacchi messi a segno tra aprile e giugno. Il ransomware continua a essere la principale arma dei Criminal Hacker e, di conseguenza, il principale pericolo per aziende pubbliche e private”.