logo
    ultimora
    27 Luglio 2022
    (Adnkronos) - Al partito che prende più voti alle elezioni spetta indicare il premier. Sarebbe questo il principio sul quale il vertice di centrodestra, ancora in corso alla Camera, starebbe trovando l'accordo. Dell'incontro tra Giorgia ...
    Elezioni 2022, centrodestra verso accordo: “Chi ha più voti indica premier”
    (Adnkronos) - Al partito che prende più voti alle elezioni spetta indicare il premier. Sarebbe questo il principio sul quale il vertice di centrodestra, ancora in corso alla Camera, starebbe trovando l'accordo. Dell'incontro tra Giorgia ...

    (Adnkronos) – Al partito che prende più voti alle elezioni spetta indicare il premier. Sarebbe questo il principio sul quale il vertice di centrodestra, ancora in corso alla Camera, starebbe trovando l’accordo. Dell’incontro tra Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e i centristi, raccontano di un clima positivo e costruttivo. Nel corso del vertice di centrodestra a Montecitorio sarebbe emersa, inoltre, la strategia comune di ogni partito della coalizione di correre con il proprio simbolo e il proprio capo politico, una riedizione di fatto di quanto avvenuto nel 2018.

    Matteo Salvini ha lasciato la Camera per impegni personali, fa sapere la Lega. “Com’è giusto che sia decidono gli italiani, chi prende un voto in più indica chi governerà l’Italia nei prossimi cinque anni. La squadra del centrodestra è compatta” ha detto Salvini al Tg5. Il vertice di centrodestra è ancora in corso: per la Lega (che esprime soddisfazione e ottimismo per come sta andando la riunione) ci sono Roberto Calderoli e Giancarlo Giorgetti. Anche Berlusconi poco prima della fine dell’incontro ha lasciato la Camera, il vertice sta andando avanti con Tajani. Alla tavola rotonda nella Sala Salvadori c’è Giorgia Meloni, Antonio De Poli (Udc), Maurizio Lupi (Nci) e Luigi Brugnaro, fondatore di Coraggio Italia. “Per me non c’è nessun dubbio, chi prende più voti ha ragione di candidarsi, o di decidere chi mandare al governo” ha detto il sindaco di Venezia fuori Montecitorio, parlando del nodo premiership del centrodestra. “L’importante – ha aggiunto – è che ci sia una unità di intenti e che sia chiaro cosa si vuole fare”.

    Matteo Salvini era arrivato al vertice in giacca e jeans con scarpe da tennis tipo Superga. Silvio Berlusconi era in completo blu stile ’94 con cravatta e sneakers in tinta accompagnato dalla ‘quasi moglie’ e deputata azzurra Marta Fascina in abito lungo nero a grandi pois bianchi con maniche corte, capelli biondi sciolti e cerchietto in tinta col vestito. L’ultima volta di Berlusconi presente fisicamente a Montecitorio fu in occasione delle consultazioni per il governo Draghi nel febbraio del 2021.

    I TEMI SUL TAVOLO – Districarsi tra le pieghe e le trappole del Rosatellum non è facile per nessuno, figuriamoci per una coalizione, di fatto spaccata dai tempi del Mattarella bis, ma ricompattata dal voto anticipato dopo la caduta del governo Draghi e costretta alla coabitazione forzata per vincere le elezioni del 25 settembre. Tra i noda sciogliere c’è il il risiko dei collegi, una questione complicata perché ci sono più incognite: la quota del 33% ripartita tra Lega Fi e Fdi, raccontano, non sarà accettata dai meloniani, che fanno valere il loro ‘primato’ di consensi secondo le ultime rilevazioni. Non solo, ma poi c’è il problema dei centristi: in un primo momento si era parlato di Udc e Noi per l’Italia considerati in quota Fi, poi le cose sono cambiate e sembra che sia Lorenzo Cesa che Maurizio Lupi siano intenzionati a presentare il loro simbolo per non stare sotto il ‘cappello di Forza Italia’.

    Senza contare poi il rischio per i ‘piccoli’ del centrodestra di incappare nella tagliola dell’1 per cento: l’attuale legge elettorale prevede che se un partito non raggiunge questa quota, i voti presi vengono considerati ‘dispersi’. Da qui la proposta, spuntata nelle trattative delle ultime 48 ore, di dar vita a una federazione, tra Lega-Fi e i centristi, per fare blocco, ma a quel punto, assumerebbe i contorni di fatto di un’alleanza vs Meloni, che potrebbe ulteriormente ingarbugliare il quadro politico.

    A complicare le cose, anche le tensioni interne a Fi, che continua a perdere pezzi: oggi è andata via la deputata Rossella Sessa, considerata vicina a Mara Carfagna che presto formalizzerà il suo strappo, aderendo al gruppo Misto della Camera.