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    Economia e Lavoro
    12 Agosto 2022
    Carissimo caffè: il prezzo della tazzina al bar verso 1,50 euro. La protesta delle associazioni dei consumatori

    ROMA – “Scommettiamo un caffè…”. Meglio pensarci bene oggi come oggi a lanciarsi in sfide più o meno spiritose con gli amici. Già perché il prezzo dell’espresso al banco, dopo aver sfondato la quota psicologica dell’euro tondo tondo, ora arriva a punte che toccano 1,30 euro. A Milano e Roma i rincari sono stati rispettivamente del 4,8 e del 5,3%. La città dove i prezzi si sono alzati maggiormente è Venezia, +10%. E poiché non esistono listini nazionali, ogni barista fa pagare il prezzo che ritiene congruo per il suo business. Di più. Dalle associazioni di categoria arriva l’allarme: non è escluso che il costo di una tazzina possa crescere ancora, fino a 1,50 euro entro la fine dell’anno nel caso di nuove tensioni economiche. Numerose le cause di questo caro-caffè: dall’aumento delle bollette di oltre il 120% a quello delle materie prime che supera il 70%. Si teme inoltre che per l’anno prossimo, complice il maltempo, la produzione di grani di caffè possa scarseggiare, innescando una spirale di nuovi rialzi. “Tra le voci più rilevanti che abbiamo registrato che hanno pesato sull’aumento della tazzina – dice in un’intervista all’Adnkronos Luciano Sbraga, vicedirettore della Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) – c’è sicuramente il costo dell’energia elettrica dei locali. Quest’anno la bolletta energetica di un piccolo bar è passata da 5.500 euro a 12mila euro all’anno: in generale gli aumenti si aggirano attorno al 120%”. Ma non solo: pesano anche ”il costo del lavoro e i canoni di locazione”. A incidere fortemente sul rincaro dell’espresso anche l’aumento del prezzo delle materie prime, cresciuto tra il 2021 e il 2022 del 72,4%. Ovviamente le associazioni per la tutela dei consumatori sono già sul piede di guerra. Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, ritiene che alla base di questa impennata dei prezzi ci sia anche ”la volontà da parte dei grossisti e dei torrefattori di recuperare le perdite economiche causate dalla pandemia, arrotondando per eccesso i prezzi”.